MA ADESSO LA MELONI DECIDE ANCHE COME DEVE COMPORTARSI LA MINORANZA?

DI BARBARA LEZZI

BARBARA LEZZI

 

Se fossi stata alla guida di una forza politica in Parlamento, non sarei andata alla corte del Re Meloni a soddisfare le sue necessità di sviare l’attenzione dalle emergenze che affliggono famiglie e imprese.

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Le riforme, inoltre, si discutono in Parlamento, alla luce del sole, parlando del merito delle proposte e non con le chiacchiere.
Gli uomini della Meloni vanno dicendo ovunque che il presidenzialismo restituirà dignità alle Istituzioni ma, al contempo, umiliano i parlamentari e le loro prerogative riunendosi nelle stanze del potere meloniano e minacciano, facendo eco alla loro premier, che non verranno accettati ritardi o aventiniani.
Ma l’opposizione ha ancora l’autonomia di prendere decisioni sì o no? O decide Meloni come deve comportarsi la minoranza?
Ma la ragione primaria per cui non avrei partecipato alla sfilata è che ora, subito, si dovrebbero discutere misure urgenti, efficienti e non di propaganda per dare un po’ di sollievo alle famiglie soffocate dal peso dell’inflazione e che vivono con stipendi sempre più leggeri.
Si dovrebbero intraprendere azioni per alleviare il carico di mutui e prestiti che sta compromettendo soprattutto le piccole imprese e le famiglie.
E si dovrebbe fare un’opposizione durissima e autorevole contro l’ulteriore impoverimento dei lavoratori che saranno sempre più costretti ad accettare lavori a tempo determinato o peggio pagato con i voucher che non consentirà loro un’esistenza dignitosa né una pensione quando saranno arrivati all’età in cui non saranno più abili a lavorare.
Povertà ora e povertà in futuro.
È la premier che avrebbe dovuto presentarsi in Parlamento per rispondere delle sue enormi mancanze.
È facile, senza contraddittorio, dichiarare che in Italia si cambiano troppi governi rispetto al resto dei paesi europei e non rispondere degli stipendi italiani che sono diminuiti rispetto a quelli di tutto il resto d’Europa.
È facile fare la dura e la coerente se nessuno la mette all’angolo chiedendole come intende porsi rispetto alla Presidente della Commissione Europea che ha garantito milioni di munizioni che pagheremo anche noi mentre si tagliano pensioni, spesa sanitaria e di istruzione.