IL PARADISO TERRESTRE

Un referendum ne ha sancito l’indipendenza dal Sudan rendendolo libero, ma é stato un sogno durato solo pochi mesi.

Oggi è attraversato da una delle crisi umanitarie più spietate dei nostri tempi, in particolare nelle regioni dei Lakes e dell’Equatoria dove si vive, si uccide e si muore per il bestiame, per il cibo e per l’acqua o anche solo per un sospetto, una parola di troppo, uno sguardo “sbagliato”.

Di notte, vagano per le vie polverose delle città, bimbi di cinque, sei, sette anni.

Trascinano un cartone o un pezzo di stoffa, cercano un riparo per la notte e si costruiscono il “nido”.

Poi all’alba, sempre in piccoli gruppi, incominciano a vagare tra i banchi dei mercati con una latta o una vecchia tanica di plastica, mendicano, o forse sarebbe meglio dire supplicano, qualche centesimo, un avanzo di cibo, un sorso d’acqua, un rimasuglio di pietà.

Con gli occhi spalancati e la bocca aperta per lo stupore, ascoltano i racconti di chi il mare l’ha visto, l’ha toccato e ci ha perfino fatto il bagno dentro.

Centinaia di bambini, di ragazzi che a malapena stanno sulle gambe, incominciano a percorrere il deserto.

Molti non ce la faranno, resteranno li, nella sabbia, sepolti con i loro sogni.

Altri arriveranno al mare.

Di molti se ne perdono le tracce, a volte ne vedi qualcuno girovagare per strada con gli occhi ancora sgranati e la bocca aperta per lo stupore…..

Hanno trovato qualcosa che assomiglia molto di più ad un inferno.

Mani malate che di notte li accarezzano, un sudicio bacio sulla pelle, il dolore della violenza, il terrore di uno stupro che ogni notte si ripete sempre uguale…..

Ma i vecchi hanno detto che il Paradiso Terrestre c’é, bisogna solo avere la forza ed il coraggio di cercarlo.