DI SALVATORE GRANATA
Oggi.
Siamo in Senato.
Prende la parola Michaela Biancofiore, della lista Civici d’Italia (il gruppetto quello di Lupi e Toti per intenderci) in merito alla vicenda Santanché. Sulla sfiducia o meno per la ministra.
La realtà abbandona Palazzo Madama per lasciare spazio al surreale che, purtroppo in politica, e soprattutto in Italia, ormai è pane quotidiano.
Nel rinnovare la fiducia alla Daniela, la collega destrorsa spiega in sintesi che la Santanché sarebbe vittima di persecuzione (da parte di giornali e opposizioni), anziché trattata da eroina degli imprenditori che rischiano ogni giorno di incappare in brutte esperienze, i famosi “rischi di impresa”.
Praticamente, se lasci per strada i dipendenti, non paghi gli stipendi, truffi lo Stato, e ti rendi protagonista di uno dei più gravi tra i reati fallimentari (ovvero la bancarotta fraudolenta), secondo la logica e la cultura di questi personaggi sei un eroe.
E poi vogliono pure riformare la giustizia e vanno a celebrare Falcone e Borsellino.
Infine, a chiudere un Calenda stratosferico (tecnicamente all’opposizione):
a parer di Carletto, votare la sfiducia alla Santanché è stato un assist alla maggioranza, che adesso rivendicherà la vittoria a reti unificate.
Quando sei in maggioranza schiacciante, grazie a una legge elettorale oligarchica e incostituzionale, e pari il sedere a tutti in votazione, e hai all’opposizione dei miniberlusconi come Renzi, Calenda e 3/4 dei rappresentanti del PD…, che mink*ia di vittoria è?
Oltretutto stai dicendo che tantissimi italiani sono fessi, quando invece sono rassegnati e i numeri alle urne (nazionali, regionali e amministrative) non lasciano spazio ad altre interpretazioni.
Siamo alla follia. Ma siamo anche senza persone credibili (sono pochissime) ed energie per reagire.