LE BOMBE A GRAPPOLO SUL FRONTE RUSSO E I “LEONI DELL’AFRICA” DA PUTIN

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Zelensky in difficoltà sul fronte militare, rilancia su quello politico propagandistico: «la Crimea obiettivo prioritario da neutralizzare». E in realtà ci prova con le bombe a grappolo. Regioni di confine sotto attacco, e muore un reporter di RIA Novosti e altri quattro feriti. I dubbi americani sulla controffensiva.
San Pietroburgo si sta intanto preparando ad accogliere, il 27 e il 28 luglio, una quarantina di delegazioni africane, guidate da capi di Stato e di governo per il secondo Vertice Russia-Africa.

Rostislav Igorevich Zhuravliov, il reporter russo ucciso

Bombe a grappolo sul fronte russo e bersaglio Crimea

Forze ucraine all’attacco su tutta la linea del fronte e attacchi di droni contro la Crimea, divenuta l’obiettivo strategico privilegiato di Kiev. Ieri sono stati colpiti un terminale petrolifero e, di nuovo, un deposito di munizioni con conseguente evacuazione della popolazione civile in un raggio di cinque chilometri, con ulteriori interruzioni del traffico sul ponte di Kerch. Vietato filmare il ponte e le aree limitrofe con gli smartphone, perché «il nemico monitora attentamente tutte le chat per poi colpire», riporta il Manifesto. E intervenendo a un forum internazionale dell’Aspen Istitute –scrive Fabrizio Vielmini– Zelensky ha dichiarato che il ponte, «costruito fuori della legge internazionale e linea di rifornimento della guerra, viene considerato da Kiev obbiettivo da neutralizzare».

Mar Nero a zero grano

Ieri, sempre Zelensky, sul Mar Nero di fatto interdetto alla navigane ucraina, oltre alla reiterate accuse di «arbitrarietà e terrorismo», ha insistito con gli alleati Nato per l’apertura di un corridoio per il grano ucraino, un tema discusso con il segretario generale Jens Stoltenberg. Ma di fatto il grano ucraino è bloccato in casa dopo la distruzione dei silos e delle infrastrutture portuali di Odessa. Mentre la Russia, secondo il Financial Times lavora alla costruzione di un corridoio alternativo per tagliare fuori la produzione ucraina dai mercati internazionali dei cereali attraverso il Qatar e la Turchia.

Usa, sempre più armi e missili balistici ATACMS

Sul fronte internazionale, lato americano, si continua ad armare l’Ucraina. Il Consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan ha riportato di consultazioni in corso con Kiev su come utilizzare meglio gli armamenti consegnati all’Ucraina per ottenere il massimo dalla controffensiva. Da Washington la notizia di colloqui Biden-Zelensky per la fornitura di missili balistici ATACMS (Army Tactical Missile System) applicabili ai sistemi HIMARS già forniti. La luce verde sembrava vicina ma, secondo il Washington Post, c’è stato un ripensamento. Un passaggio dal no deciso, quindi al probabile sì, infine una marcia indietro.

Più armi ma non troppe

Il rallentamento secondo fonti statunitensi. 1) Non vi sono scorte a sufficienza, la Lockheed ne produce 500 all’anno ma sono destinati ad altri Paesi. 2) Gli ucraini dispongono come alternativa dei cruise francesi Scalp e i britannici Storm Shadow. Contro le trincee possono ricorrere alle contestate bombe a grappolo. 3) Sono altre le necessità per la resistenza, in particolare equipaggiamenti per lo sminamento. 4) Sono forti i «freni» diplomatici. Gli Usa cercano di evitare — per quanto è possibile — tensioni ulteriori con Mosca in quanto temono un impiego sul territorio russo nonostante le rassicurazioni di Zelensky.

I media Usa preoccupati

I media americani sottolineano in particolare l’arrivo delle armi atomiche di Mosca in Bielorussia –in particolare la Cnn- e il fatto che l’area minata dell’Ucraina corrisponde al 30% del paese, «per superfici all’incirca pari alle dimensioni dell’Uruguay o della Florida», sottolinea il Washington Post. Su questi dati di fatto, la bonifica del territorio ucraino richiederebbe almeno 10 anni di lavoro in pace e costi valutato in 37 miliardi di dollari.

“Mentre il Consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan ha poi dovuto riconoscere le ‘perdite significative’ subite dalle forze armate ucraine. «Nonostante ciò, gli Usa sono pronti ad assumersi dei rischi, ma devono tenere conto della possibile reazione russa».

Africa e terzo mondo non verso ovest

Il 27 e 28 luglio a San Pietroburgo, una quarantina di delegazioni africane di capi di Stato e di governo per il secondo ‘Russia-Africa’. Un vertice che nell’attuale situazione geopolitica, dalla crisi del grano all’inflazione globale al tema delle materie prime e della transizione energetica, rappresenta un momento storico nei rapporti tra Russia e Africa, che, come segnala opportunamente Andrea Spinelli Barrile, è composta da 54 nazioni riconosciute all’Onu.

Cultura e spot ad accompagnare la politica

«Il Vertice spazierà dal nucleare (in particolare le materie prime per l’energia nucleare) all’aerospazio, dalla logistica alla sovranità alimentare africana fino alla sicurezza internazionale. Miniere, cooperazione inter universitaria, fertilizzanti, sviluppo infrastrutturale, temi centrali nel vertice». Oltre la politica: «Nuovo ordine mondiale: dall’eredità del colonialismo alla sovranità» e tanto altro, media compresi.

 

Articolo dalla redazione di 

23 Luglio 2023