SAPER EDUCARE I PROPRI FIGLI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

SAPER EDUCARE I PROPRI FIGLI

“So che mio figlio è sempre circondato da bellissime ragazze, anche io sono uno a cui piacciono le donne, mi sembra strano che lui possa avere fatto una cosa del genere. È un giovane molto preparato, molto avanti, so che non fa uso di sostanze stupefacenti, è un ragazzo cresciuto con i sani principi, perché noi siamo ancora una famiglia con i sani principi. Le posso far vedere la lettera che mi ha mandato per il mio compleanno in cui mi ringrazia per il modo in cui l’ho educato, per questo mi sembra strano che lui possa aver fatto una cosa del genere. Sa però che al giorno d’oggi le ragazze prima magari fanno sesso e poi si accorgono con chi lo hanno fatto ed è un attimo che vanno a denunciare le persone, però, non lo so.”
A parlare Il padre del DJ Tommy Gilardoni, accusato con Leonardo La Russa di violenza sessuale.
Un altro esempio accademico di difesa infarcita di cultura maschilista.
Piena assoluzione dei ragazzi: in un paradossale capovolgimento prospettico diventano vittime di povere deficienti incapaci di intendere e volere.
Il padre di Gilardoni sembra un soggetto da studio non indifferente: egocentrico e narciso diviene soggetto principale e si propone con una tesi difensiva spaventosamente infantile oltre confermare il maschilismo surrettizio che esplode ogni volta in cui “un bravo ragazzo” è coinvolto in una faccenda scomoda.
Da un uomo perfetto e una famiglia perfetta non può che derivare un figlio più che perfetto, nel caso specifico un piacione come il padre. La ragazza, poverina, non ha avuto le medesime fortune perciò è una sfigata familiare.
L’uomo “adulto” non ha alcun dubbio su come abbia educato il proprio pargolo e ne tesse elogi sperticati per incensare niente più che la propria perfezione genitoriale, da cui deriva certezza di innocenza e conferme di quanto si sia stati genitori eccellenti. I magistrati, anche in questo caso, risultano secondari e il giudizio è subordinato all’educazione familiare che travalica ogni possibile dubbio. In poche parole se Tommy Gilardoni dovesse risultare colpevole, la famiglia andrà in frantumi dato che dall’educazione dipende ogni cosa.
In compenso il giudizio sommario sulle ragazze non lascia spazio che al compatimento: poverine, fanno sesso e poi, siccome non capiscono ciò che fanno, si pentono e denunciano.
Queste povere ragazze confondono una piacevole scopata con un atto di violenza.
Non posso quantificare lo sgomento provato alla lettura delle pronunce di un uomo che rappresenta esaustivamente, forse anche meglio di Ignazio La Russa, che il nostro Paese è veramente quella landa primitiva che non avrei voluto vedere. I cittadini, politici compresi, sembrano non cogliere in pieno che il percorso verso una società educata, intelligente e colta non è solo un problema della Dx, E’ TRASVERSALE, RIGUARDA TUTTI, da moltissimo tempo.
Siamo in un baratro culturale spaventosamente profondo, tossico, approssimativo, imputridito, maschilista, xenofobo, bigotto e discriminante. La cultura dominante è incastrata in ingranaggi tribali e nell’indifferenza generale produce generazioni di uomini involuti accompagnati da donne succubi, ingabbiate in una dimensione asfittica che le limita nella libertà di emanciparsi.
E credetemi, non ho esagerato: tra femminicidi e apologie di bravi ragazzi soverchiati dai capricci di ragazze incapaci di intendere e volere, l’impressione fatale è quella di vivere in un manicomio da cui è impossibile uscire.