RE BIDEN AL GRAN PASTICCIO NATO DI VILNIUS: L’UCRAINA PUO’ ATTENDERE

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

 

Prima di Vilnius, a Londra da Re Carlo III dove anche il premier Sunak lo critica per le cluster bomb. E prima delle formalità Nato, gli imput Usa in trasferta su cosa si dovrà decidere dopo aver elencato i problemi e accantonato le soluzioni impossibili.
Biden via Cnn ammette la spaccatura interna alla Nato ma avverte il nord bellicista che la guerra con la Russia deve finire. Dopo di che si potrà accogliere anche l’Ucraina.
Oltre l’inciampo ‘cluster bomb’ per salvare la sua presidenza

La Casa Bianca e la Nato spaccata

«Biden afferma che la guerra con la Russia deve finire, prima che la Nato possa prendere in considerazione, l’adesione dell’Ucraina». È questo il succo dell’intervista concessa domenica sera, dal Presidente americano, alla CNN. Un messaggio agli ospiti di Vilnius, Nato e dintorni, che non prevede repliche, quasi una ‘direttiva’. E sia il mezzo scelto (un network televisivo prestigioso anche all’estero) che l’intervistatore (un ‘big’ come Fareed Zakaria) non sono stati casuali. Il Presidente ha messo le mani avanti, perché già sa in anticipo che la Nato è spaccata. Vuole, dunque, spegnere sul nascere qualsiasi polemica pubblica, riservandosi di alzare la voce nelle segrete stanze. Con una premessa di principio quasi scontata: «Gli alleati continueranno a fornire all’Ucraina tutta l’assistenza militare necessaria, ma che un suo ingresso formale nel Patto atlantico è ancora prematuro».

La Nato che Biden confessa

«Non credo che ci sia unanimità, nella Nato, sull’opportunità o meno di portare l’Ucraina nella famiglia dell’Alleanza ora, in questo momento, nel mezzo di una guerra. Facendolo, saresti impegnato a difendere ogni centimetro di territorio Nato. È un impegno che tutti abbiamo preso, qualunque cosa accada. Se la guerra è in corso, allora siamo tutti in guerra. E saremmo in guerra con la Russia, se tutto ciò dovesse accadere». Insomma, il riferimento all’articolo 5 del Trattato è chiaro, così come diventa lampante la brusca frenata sui protocolli di adesione di Kiev. Per Biden, e lo dice lui stesso, semmai, se ne potrà riparlare a bocce ferme. Attenzione: anche gli analisti del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, quando pensano a una situazione ‘stabilizzata‘, ovviamente non si riferiscono solo al cessate il fuoco o a un armistizio di lunga durata (in stile coreano, per capirci), ma a un vero e proprio trattato di pace.

Usa e l’Europa che conta

Quella ripetuta dalla Casa Bianca è anche la posizione ufficiale espressa dal Cancelliere tedesco, Olaf Scholz. La Germania la pensa esattamente come gli Stati Uniti, con l’aggiunta di una preoccupazione ancora più evidente: sanno tutti che se le cose dovessero prendere una brutta piega, i primi a pagare pegno sarebbero proprio gli abitanti dell’Europa Centro-Orientale. Tra le altre cose, Biden nell’intervista ha toccato uno dei tasti sui quali gli europei, finora, hanno chiuso un occhio, e cioè quello della piena ‘democratizzazione’ della società ucraina. Il Presidente ha detto alla CNN che Kiev ha ancora un percorso da fare, lungo questa strada, per soddisfare tutti i prerequisiti di accesso alla Nato. Una severità forse eccessiva? O un alibi? Sulla ‘trasparenza’ nelle istituzioni, come criterio di accesso all’Unione Europea, a Bruxelles sembrano essere più di manica larga.

Inciampi a grappolo

Alcune domande di Zakaria hanno mirato diritto al cuore, come quella sulla cessione delle famigerate ‘bombe a grappolo’. Qui Biden ha annaspato, fornendo delle spiegazioni che vanno bene per gli ingenui o per chi non capisce niente dell’abc militare. Lui ha detto che la Casa Bianca è stata ‘costretta’ a spedire questo tipo di proiettili proibiti (e carogneschi, perché uccideranno civili innocenti in futuro) data la scarsità di munizioni normali. Una bugia, in cui la pezza è peggio del buco. Le ‘cluster bomb’ seguono la filosofia dei vecchi ‘shrapnel’. Esplodono a una certa altezza, sulle trincee (russe) e disseminano migliaia di sfere-proiettile più piccole, dall’alto uccidendo chi è trincerato. Il problema vero è che spesso non esplodono e rimangono innescate, anche per anni. Fino a quando non vengono raccolte dal povero bambino di turno. Chiaro perché quest’arma è tipica di una guerra ‘sporca?

Guerre tutte sporche, ma alcune più sporche

Si dirà: ma tutte le guerre sono sporche. Giusto, ma queste è più sporca delle altre, perché vedrete che, alla fine, dopo centinaia di migliaia di morti e inenarrabili sofferenze, si farà una pace che avrebbe potuto essere sottoscritta almeno tre anni fa. Oggi, comunque, a Vilnius, i 31 alleati della Nato faranno finta che tutto va bene. Che gl’impegni di sicurezza saranno mantenuti e che, prima o dopo, Putin sarà sconfitto. Mentre gli ucraini continuano a morire.

“Jake Sullivan, il Consigliere per la Sicurezza nazionale di Biden, parlando con i giornalisti, ha detto che gli ‘sherpa’ stanno già lavorando alla stesura del documento finale. Prima che cominci il vertice. Sanno già come andrà la storia e devono fare un bel po’ di ‘maquillage’, per rendere il testo digeribile per tutti”.

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

11 Luglio 2023