PICCOLI EROI

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Ci raccontano la guerra, ci raccontano la disperazione ma spesso non ci raccontano nulla, se ne stanno in silenzio ad aiutare gli altri.

Sono i “Piccoli Eroi” che diamo per scontati, quelli che ascoltiamo nei tg, quelli sulle barche che assistono, quelli che si buttano in acqua per tirar fuori Persone che stanno per annegare.
Quelli a cui dovremmo dire grazie ogni istante.
Penso ai Medici e agli Infermieri di Emergency, al sacrificio di lavorare sotto il tiro di un qualsiasi nemico, con i mezzi che hanno, spesse volte non sufficienti a curare, quasi mai a guarire per sempre le vittime della guerra.
Lo fanno in silenzio e di loro nessuno parla.
Chi conosce Andrea, Mario, Tilde o Eleonora ?
Sono quelli che ridanno la speranza di vivere.
Emergency sono loro,
“Piccoli Eroi” dietro la bandiera.
Penso ai ragazzi e alle ragazze di UNHCR, al loro impegno tra le tende, alle scodelle di minestra, alle bottiglie d’acqua, alle coperte.
Vi sembrerà poca cosa ma, per quei Rifugiati sono l’essenza della vita, le gocce di speranza.
Sono l’Amore di Persone verso altre Persone.
Non hanno per noi un nome, sono gli Operatori Umanitari.
Ma anche qui, dietro la bandiera c’é Giuseppe, Anna, Francesco……
Ci sono loro, gli sconosciuti eroi del dramma.
Penso a mio “fratello” Mohammed della Mezzaluna Rossa libica, quello che mi accompagnava tra il dolore e la disperazione, colui che si metteva sempre davanti, senza paura, forte come lo sono tutti i “Piccoli Eroi”.
Ucciso mentre soccorreva gli altri, altri che gli devono la vita.
In tutti questi anni, vissuti tra delusioni e speranze, loro sono sempre stati la mia strada, l’esempio da seguire, una luce mai spenta.
Ho vissuto con loro tra le tende di Kabul, sotto i cartoni di Islamabad, tra le macerie di Tripoli o dietro le dune di Tindouf, accovacciato col Popolo Saharawi.
Loro c’erano sempre.
Ovunque giravi lo sguardo, incontravi i loro occhi.
I “Piccoli Eroi” non mancavano mai.
Non mancano mai.
Pensate ogni tanto a loro, a quelli che vivono per aiutare, per rendere “accettabile” il dolore d’essere gli ultimi del Mondo.
Pensate a tutti quegli Uomini e Donne che dedicano la loro vita agli altri, rinunciando alla propria, spesse volte sacrificando la propria.
Voi non li conoscete per nome, ma Franco, Elisabetta, Laurent e tutti gli altri, sono là, in mezzo ad una guerra fatta non solo di bombe ma spesso di intolleranza, di stupide leggi che anziché aiutarli , li rendono colpevoli di amare.