LE “MALATTIE SENILI DEL PROGRESISMO” SECONDO BORGONOVO E LA DESTRA

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Il signore nella foto si chiama Borgonovo ed è un giornalista.

Ho represso le sensazioni che mi suscita il vederlo, aiutandomi con una grattatina di p….. e l’ho ammirato mentre ad una ragazza che, attraverso vernici sui monumenti e liquidi colorati nelle fontane, ritiene giusto richiamare l’attenzione su una tragedia ecologica in corso, ha detto, testualmente: “voi siete la malattia senile del progressismo”. Affermazione impegnativa, qualunque cosa essa volesse dire.
In questo momento in Piemonte i fiumi sono secchi. I laghi sono al minimo livello conosciuto nella storia.
Il problema secondo Borgonovo e compagnia cantante, in questa occasione degnamente rappresentata da Giordano Bruno Guerri e Annalisa Chirico, non è la mancanza d’acqua, ma è costituito dagli “ecovandali”. Nome attribuito a questi ragazzi nel rispetto della semantica tanto cara a questa destra orrenda. Secondo loro non esiste alcuna “apocalisse” imminente, o emergenza in atto.
E questo governo è perfettamente in linea con i suoi megafoni, o forse meglio, con le sue lingue “slinguettanti” da sofà televisivo. Salvo poi dichiarare lo stato di emergenza per la siccità in atto, peraltro senza precedenti nella storia. Oppure:
ricevere i coltivatori di riso, che quest’anno produrranno un terzo del riso raccolto negli anni scorsi, perché non c’è acqua.
Le vacche produrranno un terzo del latte.
La raccolta dei prodotti agricoli subirà un calo verticale. I territori, anche in regioni ricche d’acqua, continueranno a desertificarsi.
Il cambio climatico insieme a chi lo denuncia, secondo l’illuminato Borgonovo, sono malattie senili del progressismo.
Mi piace pensare che un giorno, prima o poi, abbia il buon gusto di rivelare a noi “poveri mortali”, con la sua barbetta perfetta e l’aria da “sono un Dio”, che lo accompagnano, a quale tipo di malattia ideologica potremmo attribuirgli l’appartenenza senza essere querelati.
Anche se io, su questo argomento, un’idea ce l’avrei.