I GUERRAFONDAI

DI GIANCARLO SELMI

 

Siamo quelli che si sono lasciati alle spalle il millennio vecchio, pieno di guerre, massacri, barbarie ed hanno inaugurato il nuovo con l’illusione che gli avversari da sconfiggere, fossero finalmente altri: la fame, le differenze socioeconomiche, il cambio climatico, le incipienti malattie del pianeta.
Un terribile avversario la fame. Uccide ogni giorno milioni di bambini, eppure ne parlano in pochi. Sarebbe una meravigliosa guerra quella contro la fame, andrebbe intrapresa subito e costerebbe meno, infinitamente meno, della guerra delle armi. Eppure non vogliamo combatterla, quella guerra, preferiamo le armi, i bombardamenti, il dolore, le sofferenze, ancora più morte. Alla morte che procura la fame, aggiungiamo più morte.
Dovevamo essere gli alfieri di questa ed altre guerre giuste, i portatori delle bandiere della pace, della prosperità, della ecologia. Il sogno è durato una notte o forse non ne abbiamo mai sognato. L’avversario è sempre lo stesso, non è la fame, ma una potenza nemica. Il motivo del contendere non è sanzionare chi inquina di più, ma chi pretende di ostacolare le mire imperiali degli autoproclamati padroni del mondo e delle guerre.
E così ci siamo ritrovati un altro “cattivo” da piegare e distruggere. Il nemico di turno degli USA che magicamente diventa nostro. Lo stesso, sotto altra forma ed ideologia, con protagonisti differenti, che aveva imposto quella guerra fredda che pensavamo aver messo alle spalle. Abbiamo da abbattere, eliminare un’altra cultura, bruciare i libri di un’altra cultura, eliminare le note musicali di un’altra cultura, mai a noi avversa, anzi nostra Germana di sangue. Ma questo ordinano i nostri padroni americani e noi dobbiamo obbedire. Quindi in un’apoteosi della grettezza, via Dostoevskij, via chi insegna Dostoevskij, fra non molto via perfino chi vuole leggere Dostoevskij. Perché chi combatte le guerre delle armi è l’ignoranza dell’uomo, il desiderio di sopraffazione, di potere, di territorio. Desideri che la cultura aborre. La cultura non ha bisogno di armi, perché essa stessa arma. Un’arma gentile e troppo poco spesso usata.
Ritorna alla ribalta la retorica sulla “perfida Albione” con protagonisti differenti e con la stessa, immutabile ignoranza.
Tredici miliardi all’anno di spesa militare si andranno ad aggiungere ai già troppi (totalmente inutili) 25 già spesi, fino a raggiungere la cifra monstre di 38, sottolineo trentotto miliardi, ogni anno. Quante guerre giuste si potrebbero combattere con quei soldi? Quante se ne potrebbero vincere solo nel nostro paese?
Vorrei combattere altre guerre, please. E vorrei che chi mi rappresenta le combattesse con me. Non voglio essere amico, men che meno politico, di Guerini e Di Maio. Non voterò, lo dico sul serio, nessuno che si rendesse partecipe di un assurdo ed ingiustificato aumento di spesa in nome di guerre e ricerca di nemici. Il Movimento deve tornare indietro sui suoi passi e rendere impossibile l’approvazione della legge che destina gli ulteriori 13 miliardi alle spese militari. Deve chiaramente esprimere contrarietà e disponibilità a fare una battaglia parlamentare contro.
Il Movimento 5 Stelle deve fare altre guerre, quelle nobili, quelle per combattere le quali nacque e fu votato. Su questo principio non si scherza. E vadano pure a quel paese Putin, Zelensky e Biden. E ci vadano pure Guerini, Di Maio e tutti i guerrafondai ed anche tutta la NATO.