ALESSANDRO UCCISO DAI NAR

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

È la cronistoria, dal ‘48 ad oggi, dei “caduti” – operai, braccianti, studenti, sindacalisti – uccisi dai fascisti, dalle forze dell’ordine e dalla mafia. Una scia di vite spezzate.

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Roma 5 marzo 1982. Ore 10 e 30. Un commando di fascisti dei “Nar” assalta la filiale della “BNL di piazza Irnerio. È la classica rapina di autofinanziamento. Sono gli ultimi colpi di coda dell’organizzazione nera”.
I fratelli Ciro e Livio Lai, Roberto Nistri e Fabrizio Zani si trovano all’interno dell’agenzia 2 della BNL, mentre all’esterno, in copertura, ci sono Francesca Mambro, Giorgio Vale e Stefano Procopio.
Per strada un passante si accorge di quanto sta accadendo e chiama il 113. All’arrivo della polizia, si scatena un conflitto a fuoco, con centinaia di colpi esplosi all’impazzata. La gente fugge per sottrarsi alla pioggia di pallottole.
In mezzo della sparatoria si trova lì per caso, Alessandro Caravillani, liceale di 17 anni, che viene colpito a morte da 2 proiettili vaganti. Oltre ad Alessandro, altre 5 persone restano ferite. Sono 2 agenti e 3 passanti. Poteva essere una strage.
I fascisti tentano la fuga. Zani si mescola tra la folla del mercato.
<<Francesca Mambro e i fratelli Lai salgono sulla Volkswagen Jetta guidata da Procopio. Roberto Nistri e Giorgio Vale, invece, corrono a piedi inseguiti da alcuni agenti. La Volkswagen si ferma di colpo per soccorrere Nistri e Vale. A quel punto si spara di nuovo e una raffica di M12 colpisce in pieno Francesca Mambro>> (Spazio70.it)
Ferita all’inguine e priva di sensi viene lasciata dal gruppo, nel tardo pomeriggio, davanti al pronto soccorso dell’ospedale “Santo Spirito”. I “Nar” si fanno vivi con una telefonata ad un giornale: <<A bordo della Ritmo targata Roma Z 04539 dietro il pronto soccorso c’è Francesca Mambro. E’ ferita. Avvertite l’avvocato Cerquetti e che nessuno le torca un capello, altrimenti uccideremo un medico al giorno>>.
La sentenza del luglio 1986 della Corte di Assise di Roma stabilirà che il colpo letale partì dalla canna del fucile d’assalto impugnato da Livio Lai. Grazie alla dissociazione, Lai, riceverà una condanna a 15 anni di detenzione. Fabrizio Zani, Roberto Nistri e Francesca Mambro saranno invece condannati all’ergastolo.
Alessandro era uno studente del IV liceo artistico di Piazza Risorgimento e oggi quella scuola porta il suo nome. Era figlio unico. Non faceva politica, <<era uno di quelli che non c’entrava niente>>. La sua passione era la moto. I suoi compagni di classe: <<Era uno di noi. Il più simpatico e gentile, quello che non studiava mai e però se la cavava sempre perché era bravo in disegno>>.
Il padre, Alberto Caravillani: <<Alessandro è morto di venerdì. Non ho mai voluto sapere come sono andati a finire i processi a chi l’ ha ammazzato. Mia moglie Franca se ne occupava, ma dal 2001 anche lei non c’ è più>>. (La Repubblica)
Poi aggiunge: <<Non ho voluto vedere il corpo di Alessandro a terra né la videocassetta che mi diede un giornalista. Non ne ho mai avuto il coraggio. Quando rimandano delle immagini in tv giro canale>>.
La vita è un episodio con un inizio deciso da altri, una fine non voluta da noi, e tanti intermezzi scelti a caso dal Caso.

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