I PRIMI LEOPARD 2 A KIEV MA GLI USA AVVERTONO: GLI AIUTI MILITARI NON SARANNO INFINITI

DA REDAZIONE

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Sono polacchi i primi carri armati Leopard 2 consegnati all’esercito ucraino simbolicamente il 24 febbraio, giorno dell’anniversario dell’invasione russa, prima consegna ufficiale di primi occidentali a Kiev. Comincia a prendere corpo la forza corazzata ucraina basati sui tank Leopard 2 di fabbricazione tedesca –annota Analisi Difesa-, per arrivare tra fine marzo e aprile da un paio di battaglioni che riuniranno i 14 tank polacchi, i 18 Leopard tedeschi, i 10 Leopard offerti dalla Svezia, 3 del Portogallo, 3 della Finlandia, 6 della Spagna e gli 8 A4 del Canada. Parliamo dei ‘Usato sicuro’, sia chiaro.
Mentre dagli Stati Uniti, sempre più espliciti segnali che il pozzo degli armamenti non è senza fondo e che prima o poi si deve trattare

Ridimensionate le promesse della vigilia

Numeri molto più limitati rispetto alle aspettative e alle dichiarazioni iniziali. Lesina su più fronti, oltre le dichiarazioni ufficiali in sede politica. Mentre, se il numero di carri armati Leopard 2 A4/A5/A6 per gli ucraini sembra ridursi di oltre la metà rispetto alle previsioni iniziali, le forniture di aerei da combattimento sembrano destinate a concretizzarsi solo a guerra finita.

Ma gli aerei no…

Il ministero della Difesa britannico ha reso noto che non ci saranno consegne di aerei da combattimento a Kiev nel prossimo futuro, ma al contempo la Gran Bretagna è pronta a ricostituire le scorte di caccia a quei paesi europei che trasferiranno a Kiev i loro MiG-29 o Sukhoi Su-24.

Britannia del dare avere

«Non invieremo i nostri caccia Typhoon a breve termine in Ucraina» ha detto il ministro Ben Wallace a Sky News sottolineando che i jet sarebbero troppo complessi per l’Ucraina, ma ha aggiunto che, con il sostegno di Downing Street, «i caccia potrebbero fornire copertura aerea ai paesi del blocco orientale se volessero inviare i loro MiG-29 e altri jet dell’era sovietica a Kiev». Anche qui, usato ma molto meno sicuro.

Al tempo stesso la RAF potrebbe cedere i suoi Typhoon Tranche 1 (di cui cerca di sbarazzarsi da tempo) alle nazioni che cedessero i loro velivoli di tipo russo/sovietico a Kiev.

Polonia sempre più in guerra

La Polonia invece non è pronta a cedere parte dei suoi 48 F-16 a Kiev ma è pronta ad addestrare i piloti ucraini su questo velivolo, come ha affermato il primo ministro Morawiecki.

La sirenetta di Copenhagen piange

La Danimarca invece è ‘aperta’ all’idea di inviare jet da combattimento all’Ucraina per aiutarla contro l’invasione russa, come ha detto il 24 febbraio il ministro della Difesa di Copenaghen citato dall’agenzia Dr. Al momento la premier Mette Frederiksen, socialdemocratica al governo con la destra, taglia la festa religiosa -lo ‘Store bededag’, festività luterana che risale al 17º secolo-, per più soldi in spese militari.

I nuovi aiuti statunitensi

Il presidente americano Joe Biden ha escluso ‘per ora’’ l’invio di aerei da combattimento americani dichiarando in una intervista ad ABC News che «l’Ucraina non ha bisogno degli F-16 adesso, aggiungendo che non esiste modo di sapere esattamente cosa richiederà la difesa Ucraina in futuro, ma escludo per ora la fornitura di F-16. Stiamo inviando ciò di cui i nostri esperti militari ritengono che l’Ucraina abbia bisogno in questo momento. Ha bisogno di carri armati, ha bisogno di artiglieria, ha bisogno di difesa aerea», ha detto Biden.

Ma il pozzo Usa ha un fondo

Un funzionario statunitense, che ha chiesto, ha riferito nei giorni scorsi alla Reuters che l’amministrazione statunitense ha detto molto chiaramente al governo ucraino che le risorse statunitensi non sono infinite e che il sostegno militare a Kiev non potrà durare ancora a lungo. «Tutti capiscono che questa (guerra) deve finire a un certo punto. E tutti vorremmo vederla finire prima piuttosto che dopo», ha detto il funzionario.

La notizia ha avuto scarsa eco sui media italiani ed europei ma fotografa perfettamente la ristrettezza di armi e munizioni con cui USA ed Europa possono continuare a rifornire l’Ucraina e potrebbe anticipare o il tracollo militare delle forze di Kiev o l’avvio di negoziati che segretamente sarebbero già in preparazione a Ginevra.

 

 

Articolo dalla redazione di

1 Marzo 2023