UNA GENERAZIONE SPEZZATA

DI ALDREDO FACCHINI

 

Con l’inizio del nuovo anno scolastico, la studentessa palestinese, Arij Asaliya, tornerà a scuola senza un occhio.

Arij, è una delle tante, tantissime vittime dei raid israeliani di agosto su Gaza.

Le poteva andare anche peggio, perché in una sola settimana l’esercito di Tel Aviv ha tolto la vita a 19 ragazzini palestinesi.

Ha suscitato intanto profonda commozione la morte, il 25 agosto scorso, del bimbo palestinese, gravemente ammalato, rimasto in attesa per mesi del via libera delle autorità israeliane per curarsi a Gerusalemme.

Sono centinaia i malati palestinesi che ogni anno chiedono di uscire da Gaza per ottenere cure adeguate. La sanità palestinese è nelle mani di Israele che decide arbitrariamente quando aprire o chiudere i cancelli della più grande prigione a cielo aperto del mondo.

Gaza, lo ricordiamo, è sottoposta a un embargo internazionale dal 2007.
In questi 15 anni l’esercito con la stella di David ha lanciato quattro attacchi militari nella striscia (2008, 2012, 2014 e 2021).

La situazione sanitaria ora è al limite della sopportazione. Manca di tutto: farmaci essenziali e medicinali monouso.

Da registrare infine un sondaggio, poco lusinghiero, dell’Israel Democracy Institute sugli spostamenti elettorali. Secondo i sondaggisti gli israeliani ebrei si sarebbero spostati in massa verso destra negli ultimi anni.

La percentuale di coloro che si dicono di destra è cresciuta dal 46% nel 2019, al 62% di oggi, con un calo sia del centro che della sinistra.

Di male in peggio.