DI MICHELE PIRAS
Una corsa al riarmo sarebbe quanto di più stupido si possa decidere, in una fase drammatica e convulsa come questa.
Il nostro Paese spende già oggi una quantità enorme di risorse in sistemi d’arma e programmi militari.
Spesa che non è mai venuta meno, in anni nei quali si sono operati tagli pesanti al sistema sociale, sanitario, scolastico, pensionistico, abbiamo acquistato e commissionato fregate, elicotteri Mangusta, Cacciabombardieri F35 e Eurofighter, abbiamo foraggiato un miliardario pozzo senza fondo come il programma Forza Nec di digitalizzazione delle forze terrestri.
Nel frattempo che vendevamo bombe e qualsiasi strumento di morte a Paesi in guerra, a Paesi che aggrediscono altri Paesi e che violano da sempre i diritti umani.
Insomma, non ci siamo fatti mancare niente, salvo la cura della nostra società, malata e fragile, impoverita e precarizzata.
E non si può confondere il sostegno a un popolo aggredito con una nuova corsa agli armamenti.
Perché se c’è da rafforzare un sistema difensivo siamo tutti d’accordo: ma che sia europeo, integrato, comune.
Non un regalo all’industria militare o una sottrazione di risorse a chi ne ha bisogno e ogni giorno combatte una guerra subdola ma reale: quella per la sopravvivenza.
Perché la migliore politica di pace è sempre la giustizia sociale.
Riarmiamo questa politica, perché davvero ne abbiamo bisogno.
