PAPA FRANCESCO: IL “NON SONO UN SANTO E HO BISOGNO DEGLI AMICI” CHE MI SPIAZZA

DI LIDANO GRASSUCCI

 

Alcune civiltà umane pensavano che, mangiando il fegato degli avversari valorosi, acquisivi il loro valore. A forza di essere contro i preti questi mi stupiscono.

Capito, per caso, su Rai 3 nel programma di Fabio Fazio che, spesso trovo troppo retorico e scontato, ma non è certo scontato intervistare il Papa in diretta, Papa Francesco.

Naturalmente il Pontefice fa il suo, ma si vede che non lo fa per sentito dire ma lo fa per vissuto sia nella sua grazia sia la sua vita vera fatta di sangue e ossa.

Mi colpisce al cuore quando dice: io non sono un santo e ho bisogno degli amici, pochi ne ho ma ne ho.

Anche lui che parla con Dio, e ci parla direttamente, ha bisogno di un amico con cui scherzare, pensare, litigare, dividere il pane, ricordare, con cui piangere e ridere.

I preti ne sanno una più del “diavolo”, c’è poco da dire il mestiere di essere umani lo sanno fare.

Penso agli amici miei, certo meno santi dei suoi, ma egualmente dentro la vita mia e la via sua. Capisco la grandezza del mio avversario, la sua sapienza… infinita.

“Da piccolo volevo fare il macellaio, non perché mi piaceva lavorare la carne, ma perché quando non nonna, o mamma, andavamo a comperare la carne lui aveva un grembiule con una tasca sempre piena di soldi. Volevo fare il macellaio per i soldi“, ride, “sarà il sangue genovese che è in me”, si ferma ride di più “certo che sui soldi anche quello piemontese non scherza solo che è più cortese”.

Una risposta banale? Ha detto sorridendo che se sei povero il denaro è “vaccino” alla fame, che lui era figlio di immigrati che alla “fine del mondo” si giocavano l’ultima carta per stare al mondo. Ha detto di quel filo di madre in madre (nonna e mamma) che ha “fatto” umani tutti i bambini e le bambine italiane. Una parabola si direbbe.

Resto della mia, la fede non è un dono che merito, ma certo in quella Fede siamo cresciuti tutti e dentro resta per via di nonna che mi spiegò il timor di Dio, che nonno mi insegnò la rivolta ad ogni Dio, ma di questa terra sull’aldilà, a dire il vero, non si pronunciò.

Dedicato a Damiano, Gianni, Enzo, Sergio gli amici da sempre, quelli che non hanno mai tradito.

 

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