“C’E’ DEL MARCIO IN DANIMARCA”

DI GIANCARLO SELMI

 

Prima considerazione. La destra implode. Meloni contro Berlusconi e contro Salvini. Il grande centro comincia a prendere forma e, insieme, comincia a prendere forma il progetto che ho previsto fin dalla scorsa estate: la riedizione, nella prossima legislatura, dell’attuale governo appoggiato da tutti, senza Meloni ed i 5 Stelle. Il sogno dell’establishment, di Renzi e di tre quarti del PD, si fa realtà, il ritorno della balena bianca in grande stile.
Per fare questo è necessaria una legge elettorale proporzionale e, su questo si sono messi tutti al lavoro, cominciando da Letta. Da considerare a tutto titolo il Grand Commis del nuovo CAF, il GBL con una R ed una S di riserva, vedremo.
E legge elettorale proporzionale sarà, vedrete.
Seconda considerazione: Conte è il nemico dichiarato di tutti. Soprattutto dei cosiddetti “amici”. Non si è mai vista nella storia della politica, una figura che attraesse a sé tanto consenso fra la gente e, contestualmente, tanto disprezzo fra i politici. Il motivo è di un’evidenza scontata, quasi banale: Conte è esattamente il contrario di come è stata sempre vissuta e praticata la politica in Italia. È preparato, si documenta e studia, ha bene in mente ciò che vuole e, soprattutto, lavora per il bene comune. Tutti difetti che i politici italiani non possono perdonargli. È un progressista vero, è un riformista vero e questo gli procura l’odio dei neodemocristiani e dei neoliberisti, fra questi il guaglione, Renzi e quattro quinti del PD.
L’odio dei nemici si può prevenire, superare, disinnescare, quello dei finti amici, il fuoco amico che ti spara alle spalle, no. È una storia già vista tante altre volte. L’onestà, la capacità, la dedicazione ad una causa, soprattutto quando giusta, fanno paura, tolgono la certezza del privilegio a chi è privilegiato. Per il potere, di qualsiasi natura ed in qualunque forma si manifesti, è meglio un utile idiota che una testa pensante. E se la testa pensante riceve il consenso dalla gente, diventa automaticamente il nemico pubblico numero uno.
Il ricorso a Napoli contro la sua elezione e contro lo statuto, rientra nelle logiche suddette. Il cosiddetto fuoco amico.
Doveva riunirsi attorno a quest’uomo, beneficiato di un consenso popolare che non si vedeva dai tempi di Pertini, tutto il popolo progressista. Si doveva proporre un’idea di politica nuova, vicina alla gente, alle necessità delle persone: edificare una parte politica che avrebbe avuto chance di vincere, di riavvicinare la gente al voto, di raccogliere il consenso necessario per governare. Invece no. L’idea sta naufragando, insieme al protagonista, nel mare ostile degli amici, dei cerchi magici, delle correnti avverse, dei terzi mandati, degli obiettivi personali, dei ricorsi contro la leadership. Invece di fare la guerra ai nemici, la fanno a Conte. Complimenti.
Non c’è un nemico più subdolo e pericoloso, di chi ti abbraccia mentre pensa ad altre cose.