SINDACATI CONTRO CONFINDUSTRIA: BLOCCO LICENZIAMENTI O SI RISCHIA ‘D’INCENDIARE IL PAESE’

DI VIRGINIA MURRU
 
Il malessere dell’economia italiana, per i sindacati si risolve con lo slogan di sempre: “l’Italia si cura con il lavoro”.
Compatte le confederazioni sindacali si oppongono alle recenti dichiarazioni di Confindustria, la quale auspica lo sblocco dei licenziamenti. Per i sindacati è una posizione inaccettabile ed esercitano pressioni sul Governo affinché il blocco sia prorogato fino ad ottobre.
Secondo i sindacati non ci sono le condizioni per una ripartenza in autonomia senza tutela dei lavoratori, soprattutto quelli più a rischio in termini di stabilità del posto di lavoro. Si tratta di una fase di transizione molto delicata, e ogni errore potrebbe fare la differenza.
La Cgil Nord ha fatto sentire la sua voce replicando ai presidenti di Confindustria (Regioni del Nord), i quali nei giorni scorsi, rivolgendosi all’esecutivo, chiedevano ‘certezze per licenziare gli esuberi’. I sindacati in tutto il Nord si sono immediatamente allarmati, e hanno replicato che ‘l’unica cosa di cui in questo momento il Paese non necessita è proprio lo sblocco dei licenziamenti’.
Uno stralcio delle loro dichiarazioni in merito:
“Il provvedimento dell’esecutivo sui licenziamenti è solo un primo passo, non sufficiente, e per una maggiore garanzia è necessario un blocco della proroga fino all’autunno. Questo lasso di tempo è indispensabile affinché sia consentito il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, al fine di garantire una copertura generale per quel che concerne l’occupazione. Non c’è ancora un chiaro segnale di superamento della crisi in atto, e i lavoratori sono la categoria più vulnerabile. Senza tutela il margine di rischio è alto, è necessario attendere le iniziative promosse con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e relativi progetti destinati alla formazione e riqualificazione professionale.”
Il piano straordinario, pertanto, secondo i sindacati, è la via privilegiata per raggiungere l’obiettivo di un’occupazione più stabile nel tempo, che renda più concreto il rafforzamento della coesione sociale. Esistono strategie che possono evitare ‘la mannaia’ dei licenziamenti, affermano. La Cgil Nord afferma anche il ricorso ad una mobilitazione generale, qualora vengano meno le indispensabili certezze per garantire i lavoratori.
Lo sottolinea anche il Segretario Generale della Cgil, Maurizio Landini, il quale chiede un ‘vincolo per le imprese su scelte così importanti, il rischio è che si perdano ulteriori posti di lavoro, oltre che andare incontro a fratture sociali’.
Sulle medesime posizioni anche il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra e della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Quest’ultimo è stato forse il più categorico sulle richieste di Confindustria, e afferma:
“Centinaia di migliaia di persone rischiano il proprio posto di lavoro. Noi siamo sempre per risolvere i problemi e per trovare le soluzioni: speriamo che ciascuno faccia appello al proprio senso di responsabilità per evitare di incendiare il Paese.”
Migliaia di lavoratori disoccupati, secondo le repliche dei sindacati, si aggiungerebbero alla lista nera che nel volgere di un anno ha lasciato sul campo quasi un milione di posti di lavoro.
Intanto, il premier Draghi ha affermato che la Cig gratuita è una misura in linea con gli altri Paesi membri dell’Unione. E assicura ‘la Cig gratuita oltre il 1° luglio per le aziende che non licenziano’.
Si aggiunge al coro di voci autorevoli contro lo sblocco dei licenziamenti anche il ministro del Lavoro Orlando, il quale sostiene che si tratta di una polemica ingiustificata. Ha affermato al riguardo:
“Se non si provvedesse al blocco, il rischio è che dai primi giorni di luglio le aziende licenzino, Il messaggio di Confindustria non è obiettivo, dato che i problemi non si risolvono con l’arbitrio di licenziare liberamente”.
Secondo l’esecutivo è indubbio che ‘il salvataggio dei posti di lavoro a rischio possa essere possibile con il ricorso alle misure di sostegno bis, dove si mira a rendere gratuita la Cig anche dopo il primo di luglio, a patto che nessun dipendente passi attraverso la falce dei licenziamenti.’