PONTE MORANDI. MISURE CAUTELARI PER DIRIGENTI E MANAGER DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA

DI VIRGINIA MURRU

 

E’ partita stamattina l’operazione della Guardia di Finanza di Genova, che è stata guidata e coordinata dalla Procura della Repubblica della città.  L’inchiesta era scattata alla fine del 2019, in seguito all’analisi, da parte della Finanza, di documentazione cartacea e informatica acquisita durante l’indagine relativa al crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018, e alla tragedia che ne è seguita.

L’indagine è partita nello specifico dall’analisi delle criticità sulla sicurezza, riguardanti le barriere fonoassorbenti, del modello ‘Integautos’, tipo integrate, applicate sulla rete autostradale.

Le persone raggiunte dall’ordinanza sono l’ex Ad Giovanni Castellucci, il direttore delle operazioni, Paolo Berti e Michele Donferri Mirella, destinati agli arresti domiciliari, per i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.

Più lievi gli interventi eseguiti dai militari della Finanza a carico del direttore del primo tronco della rete autostradale in questione, Stefano Marigliani, al manager Massimo Miliani e Paolo Strazzullo, che sono perseguiti con misure interdittive, ma comunque resteranno a piede libero.

Dopo perizie, analisi e indagini tecniche, confermate da testimonianze, sono stati raccolti sufficienti elementi indiziari e fonti di prova inequivocabili a carico dei soggetti raggiunti dalle misure cautelari.

Nella fattispecie riguardano la consapevolezza dei difetti presentati dalle barriere e il conseguente pericolo in ordine alla sicurezza stradale, il cui rischio era incombente e determinava, in periodi di forti raffiche di vento, il cedimento di queste strutture. Rischio che aveva peraltro provocato, tra il 2016/17, danni sulla rete autostradale genovese.

L’accusa più grave emersa dalle indagini è la consapevolezza dei difetti e precarietà progettuali, con stima non adeguata della forza esercitata dall’azione del vento, oltre all’utilizzo di materiali non conformi alle certificazioni in ambito europeo, quindi non idonei né performanti.

E’ stata altresì contestato ai manager inquisiti la volontà di non rimediare ai difetti della rete autostradale, con interventi di sostituzione del materiale non conforme, limitandosi solo ad alcuni miglioramenti temporanei, comunque non sufficienti per la sicurezza.

Altro grave reato contestato è la frode nei confronti dello Stato, poiché i responsabili non hanno provveduto all’adeguamento della rete tramite interventi di tipo acustico adeguati, così com’è previsto dalla Convenzione tra Autostrade e lo Stato. Mancando pertanto di gestire la rete in sicurezza, e, cosa ancora più riprovevole, si è occultato il grado di rischio, la pericolosità delle barriere, senza darne comunicazione, peraltro obbligatoria in questi casi, agli organi competenti di vigilanza, che riguardano il Ministero dei Trasporti.

Da questo grave contesto indiziario, emerso nel corso delle indagini, il Gip, su richiesta della Procura di Genova, ha emesso stamattina l’ordinanza applicativa concernenti le misure cautelari personali sui sei manager.

Le ordinanze applicative di misure cautelari sono state eseguite e firmate dal Proc. Aggiunto Paolo D’Ovidio e il dott. Walter Cotugno della Procura di Genova.