“NON È MAI TROPPO TARDI” 60 ANNI DOPO. PRIMO ESEMPIO DI DIDATTICA A DISTANZA

DI UMBERTO SINISCALCHI

Grazie a lui, più di un milione di italiani, tra il il 1960 ed il ’68, prese la licenza elementare.
Il 15 novembre 1960 andava in onda, nel tardo pomeriggio, la prima trasmissione di “Non è mai troppo tardi”. A condurla, Antonio Manzi, maestro, filosofo, pedagogista e scrittore. Un suo libro per ragazzi, “Orzowei”, del 1955, 18 anni dopo diventò una popolare serie TV.
Manzi diventò subito uno di famiglia. E la sua trasmissione venne acquistata in 72 Paesi.
Era bello seguire le sue lezioni in tv, primo vero esempio di “didattica a distanza”.
Il maestro era buono, paziente, spiegava e rispiegava e la gente lo capiva, perché Manzi parlava il loro linguaggio, semplice, chiaro, mai sopra le righe.
Quando la TV era davvero “servizio pubblico”, personaggi come Alberto Manzi offrivano, lezione dopo lezione, un po’ di sapere ai telespettatori. Che a milioni lo seguivano.
Dopo otto anni, i dirigenti RAI decisero che
l’Italia era alfabetizzata e del simpatico maestro romano non c’era più bisogno.
Peccato. Bisognerebbe averlo oggi un Manzi. Proprio in questo periodo di “analfabetismo funzionale”, dive il 49 per cento della popolazione è in grado di leggere un testo ma non di capirlo.
Comunque speriamo. “Non è mai troppo tardi” per migliorare