GIGI PROIETTI, IMMENSAMENTE ATTORE

DI DANIELA YAYA DI CAMILLO

Roma e non solo. Gigi Proietti ci ha lasciato nella sua grandezza.
In silenzio. Nonostante la romanità “caciarona” e d’impatto, in punta di piedi se ne è andato. I grandi sono così. Non hanno bisogno di chiamare cronisti e gossippari per carpire l’attenzione. Ricordo di averlo incontrato almeno due volte.
Ho incontrato il suo sguardo e lui, chinando lievemente il capo mi ha salutato gentile.
Luigi Proietti, Gigi per tutti, ha dato inizio in Italia a spettacoli teatrali nei quali i protagonisti erano lui e un baule. Ricordiamo tutti “a me gli occhi please” un modo di fare teatro che aveva tentato solo Gassman, due mattatori che sapevano occupare tutto il palco con la propria personalità. Ma Gigi faceva ridere: con l’occhio mobile, con le movenze del romano coatto quando spiegava la recitazione dei classici vista da un romano. E poi il cinema, Mandrake, il suo personaggio diventato cult, protagonista di “febbre da cavallo”, un film ormai entrato nella storia del cinema italiano. La direzione del Globe Theatre, un teatro particolare che lui amava fortemente; la simpatia del Maresciallo Rocca e la serietà di alcuni ruoli nei quali era decisamente all’altezza. Uomo democratico, cortese e professionale sempre. Ci lascia un grande pezzo di cuore romano, con lui se ne vanno la bravura, la capacità. Ci restano i suoi tanti film. I suoi allievi, usciti dalla scuola nel quale lo stesso Gigi Proietti insegnava la semplicità della sua recitazione divertente, “de core” e non solo. L’Italia perde un grande interprete. Per Roma è come avere una piazza dalla quale è stato tolto il monumento che la rappresenta.
Ciao Gigi, noi vogliamo credere che con una Mandrakata tornerai a salutarci ancora su un palco!