POVERA O RICCA? DONNA!

DI DANIELA YAYA DI CAMILLO

È di un giorno fa la notizia dell’ennesima aggressione in famiglia ai danni di una donna che, ripetutamente, come pane quotidiano, riceveva la sua razione di botte, davanti al figlio di sette anni.
Da sempre, lo sappiamo, il patriarcato ci ha imposto una educazione per la quale la donna deve subire, in nome di una sua sudditanza voluta non si sa bene , se dagli dei o dall’uomo. Sta di fatto che pregiudizio vuole che la donna picchiata, abusata, maltrattata sia sempre povera e ignorante. Luogo comune nazional-popolare, di arcaica memoria, mai smantellata. Abbiamo esempi di coppie belle e famose, nelle quali la donna ha subito ogni tipo di angherie dal proprio compagno, marito e molte volte padre. Eppure, la famosa frase “se l’è cercata” arriva sempre quando a soffrire o morire è una donna della periferia di Roma o del profondo sud o addirittura dialtra etnia! Se succede a una professionista affermata è semplicemente poverina e si parla del suo mondo che senza conoscere, definiamo “particolare”, dove “chi sa che giri di donne e droga”; insomma se l’è cercata ma in modo raffinato. Non ci fermiamo mai a riflettere che, qualsiasi sia il grado d’istruzione, qualunque sia l’estrazione sociale e/o la condotta di vita, inesorabilmente, se una Donna incontra un violento, inevitabilmente verrà maltratta, picchiata e uccisa comunque. E che i figli, in un castello o in una casa popolare ,saranno sempre orfani di madre morta in modo violento. Non finiamo con un altro luogo comune : soffrire in villa è meglio che soffrire in una casa modesta, perché sarebbe davvero la fine anche per la memoria di tutte le morte ammazzate dagli uomini violenti e possessivi: non parliamo di amore, perché non fa rima con morte. Ricordiamoci sempre che, l’unica situazione nella quale l uomo non applica discriminazione né razzismo, è quella in cui abusa di una Donna.