JUVENTUS – SARRI ESONERATO, FINALE SCONTATO MA NON HA PERSO SOLO LUI

DI VINCENZO G. PALIOTTI

Si potrebbe accostarlo a un novello Masaniello, voleva conquistare il “palazzo”, diceva quando era sulla panchina del Napoli, poi, come Masaniello, il palazzo ha conquistato lui ed il palazzo lo ha stritolato, ed oggi Sarri a Masaniello ci somiglia per davvero.
Quanto si è dimostrata sbagliata quella scelta lo conferma il suo esonero dopo aver vinto uno scudetto, si perché mentre in un qualsiasi altro posto si sarebbero accontentati alla Juve non è così, la Juve è una macchina da guerra che deve sempre vincere, sempre di più per svariati fattori con in testa l’esposizione economica, l’unica forse in Italia, e tra le prime in Europa, che si può permettere di corrispondere stipendi da favola dal numero uno, CR7, all’ultimo della panchina sempre a sei zero.
Ma Sarri non è il solo ad aver scelto male, la stessa società ha sbagliato a scegliere un tecnico che aveva bisogno di tempo per imporre il suo modo di concepire il calcio ed anche gli interpreti per poter sperare di vincere.
L’errore della società è stato quello di pensare che si potesse cambiare mentalità e gioco come spegnere un interruttore accendendone un altro. L’esempio più recente è il fallimento di Ancelotti al Napoli che cambiando il modulo di gioco ad un gruppo allevato, allenato ad uno differente ha trovato grosse difficoltà fino all’esonero per evitare di finire coinvolto nella lotta alla retrocessione. Il ritorno a praticare un gioco che ricalcasse quello al quale erano abituati i calciatori ha evitato il tracollo, anzi ha salvato la stagione della squadra. Ed è proprio quello che è successo a Sarri che, lo aveva dichiarato giorni fa, era lui a doversi adattare ai giocatori e non viceversa, tutto questo ha creato una squadra che poi in campo non sapeva bene cosa fare aggrappandosi alla qualità di Ronaldo e di qualche altro. Questo dimostra anche che la campagna acquisti poi non ha migliorato le cose acquistando più i nomi che quello che serviva realmente alla squadra.
Un finale quindi quasi scontato, un finale anticipato ma uguale agli stessi predecessori di Sarri pur avendo vinto due, tre ed anche quattro scudetti e checché ne dica qualcuno lo scudetto non è abbastanza per mantenere la panchina, solo l’Europa può soddisfare le ambizioni, giuste, della società ma anche la necessità di reperire risorse per potersi permettere un organico competitivo.