LE RAGIONI DEI BENZINAI

DI PAOLO DI MIZIO

 

Governo vigliacco. Da La Notizia, diretto da Gaetano Pedullà.

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Caro Di Mizio,
Anche se dimezzato, con lo sciopero dei benzinai il governo Meloni ha avuto la sua prima vera débacle e penso che non sarà l’ultima.
Sergio Savini
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Gentile lettore,
dopo quattro mesi di governo è naturale che la curva del gradimento di un esecutivo conosca un arretramento, ma non è naturale quanto è avvenuto al governo Meloni. Secondo l’ultimo sondaggio Swg, si tratta di un mezzo collasso. In quattro giorni, dal 16 al 20 gennaio, il governo ha perso ben 6 punti di gradimento passati da 43 a 37, e ormai molto lontani dai 50 dell’ottobre scorso.
La ovvia causa del crollo è stata l’aumento dei prezzi della benzina, con una doppia aggravante: la prima è che il governo ha annullato lo sconto sulle accise, facendo impennare i prezzi; la seconda è che ha vigliaccamente scaricato la responsabilità sui benzinai, cioè sull’anello debole della catena. Per essere chiaro, su un prezzo di 1,84 euro al litro, al benzinaio vanno 4 centesimi; tutto il resto finisce nelle tasche del governo e delle compagnie.
Incurante della iniquità, la Meloni ha posto a carico dei benzinai che non espongano cartelli con la media giornaliera dei prezzi nazionali, sanzioni pesantissime, da 500 a 6.000 euro al giorno.
A parte l’aggravio di lavoro per i benzinai, non tutti loro sono in grado svolgere l’elaborazione richiesta, con la possibilità dunque di errori involontari. E le sanzioni sono una vera porcheria se poste a carico di gente che quando va bene guadagna 40 euro al giorno.
È un’altra prova che questo governo, fedele alla sua matrice ideologica, macella le fasce deboli della società e avvantaggia i ceti privilegiati. Bene hanno fatto i benzinai a scioperare.
Paolo Di Mizio Risponde, da:
Diretto da Gaetano Pedullà