Non esiste innocenza alla Casa Bianca

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

Non esiste innocenza alla Casa Bianca

Cambiano i colori, mai le mani. Sporche di sangue, dal 1776 in poi. Un impero costruito sul genocidio dei nativi, consolidato sulla schiavitù, proiettato nel mondo a colpi di bombe.
Gli Stati Uniti hanno fatto la guerra a 56 nazioni, firmato 123 conflitti, vinto 108 guerre, e solo per 18 anni, hanno finto la pace. Solo per 18 anni hanno smesso di sparare. Ma non di complottare.

La guerra è nel midollo delle élite americane

Istinto genetico. Codice fiscale. Religione civile. Dodici presidenti erano generali. Tutti gli altri lo sono diventati nei fatti. La Casa Bianca è una caserma che cambia portavoce ogni quattro anni. Nessuno escluso. Neanche quelli che sembrano più “umani”.

Dal secondo dopoguerra in poi, la galleria dei criminali in giacca e cravatta è sconfinata

Harry Truman inizia la guerra di Corea. Lancia la Guerra Fredda.
Eisenhower, generale e presidente, fa saltare governi a suon di CIA: chi si oppone è “comunista”.
Kennedy spedisce 16.000 consiglieri militari in Vietnam. Non sono consiglieri: sono l’anticipo della carneficina. Johnson trasforma il Vietnam in una fornace.
Milioni di morti e il napalm come firma.
Nixon, simbolo del massacro, chiude quel fronte, ma lascia il mondo in fiamme. Ford tenta invano una nuova guerra. Il Congresso lo ferma. Un caso raro. Carter arma i mujaheddin. Sembra poca cosa, ma genera Osama bin Laden.
Reagan è il regista della guerra sporca in Centroamerica: El Salvador, Nicaragua, Tripoli bombardata. I Contras, foraggiati dalla CIA, torturano, uccidono, decapitano.
George H. W. Bush invade Panama, poi l’Iraq. Bagno di sangue, il petrolio come obiettivo.
Clinton bombarda Iraq, Afghanistan, Sudan e Serbia. Le bombe cadono mentre lui è sotto impeachment.
George W. Bush, dopo l’11 settembre, apre le due guerre definitive: Afghanistan e Iraq. Un milione di morti. Nessuna arma di distruzione di massa. Solo distruzione di massa. Obama, il Nobel per la Pace, tiene gli USA in guerra più di tutti. Bombarda sette paesi. Usa i droni come un serial killer.
Trump? Quello del primo mandato. Altro che pacifista. Missili su Damasco, raid a Baghdad, assassinio del generale Soleimani. E soprattutto: il dono avvelenato a Israele. Gerusalemme riconosciuta capitale. Via libera alle colonie in Cisgiordania. Copertura totale ai crimini dell’apartheid israeliano. Il tutto mentre il suo genero, Jared Kushner, costruisce i suoi affari di sangue in Medio Oriente.
E Biden? Continua il copione. Ritiro dall’Afghanistan in stile farsa. Fiumi di armi in Ucraina. Appoggio a Israele mentre rade al suolo Gaza. Record di spesa militare. Un’America più bellica che mai, col sorriso di nonno Joe.

L’élite statunitense non si limita a governare

Domina, distrugge, riscrive la mappa del mondo a proprio vantaggio. E lo fa da sempre. Vale solo la legge del più forte. Il diritto internazionale è carta straccia. Prima di Trump. Durante Trump. Dopo Trump. Non c’è discontinuità. Solo aggiornamento software.

Gli Stati Uniti non sono uno Stato

Sono una macchina. Una macchina da guerra. Uno Stato criminale. Uno Stato canaglia.
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Alfredo Facchini