DI MARIO PIAZZA
Peccato, non ci sarò
Prevedibilmente lascerò questa valle di lacrime entro i prossimi vent’anni e sembra che l’intero universo mondo si sia fin da ora consorziato per rendermi il distacco meno doloroso.
Chi come me ha avuto una vita fortunata nella quale ogni nuovo giorno portava con sé opportunità e speranze grandi e piccole potrà andarsene senza troppi rimpianti da questo pianeta in rovina lasciando ad altri le guerre, la violenza e l’ingiustizia che di esso si sono impossessate.
Andarsene sarà comunque seccante
per varie ragioni tutte legate alle mia sfera privata, ma mi sarebbe tanto piaciuto esserci per osservare la trasformazione che la mia meschina patria dovrà affrontare se non vorrà svanire nel nulla insieme al sottoscritto, perché il crollo demografico e l’invecchiamento della popolazione farà saltare in aria ogni residuo equilibrio. Non ci sono più i requisiti minimi per fare figli e per arginare l’emigrazione giovanile, e sul fronte dell’immigrazione stiamo sperperando ingenti risorse per fermarla.
Con buona pace dei “difensori della razza” e della ormai putrebonda cultura italica prima della fine del secolo
i migranti saremo costretti ad andarceli a cercare offrendo loro cospicui incentivi e magari un passaggio in limousine e, senza più pensioni, sanità pubblica, badanti, infermieri, muratori e raccoglitori di pomodori sputeremo addosso a chi ci avrà ridotti così, nella fattispecie ai due ormai ultra-ottantenni Salvini e Meloni.
Ecco, vorrei tanto che esistesse un Aldilà per godermi lo spettacolo dall’alto..
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Mario Piazza