Il cavallo di Troia

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Il cavallo di Troia

Se i Troiani avessero trovato un cavallo alla settimana sulle loro spiagge dubito che dopo il primo avrebbero spalancato le porte della loro città anche a tutti gli altri, disgraziatamente gli Italiani sono infinitamente più fessi. E’ per questo che anche il Decreto Sicurezza, come dozzine di altri provvedimenti prima di esso, sta sollevando soltanto i mugugni dell’opposizione, degli addetti ai lavori e delle sue vittime designate. Eppure basterebbe prestare un briciolo di attenzione al suo testo per capire che la “sicurezza” di cui parla non ha nulla a che vedere con le case occupate abusivamente, quello è solo un espediente per ricevere qualche applauso dagli allocchi.

Il reato che si intende colpire si chiama “dissenso”

La sicurezza che il Governo vuole difendere è soltanto la propria e il reato che si intende colpire si chiama “dissenso”. Lo ha fatto per quasi tre anni limitando l’autonomia dei media e l’indipendenza della magistratura, attaccando o ignorando il Presidente della Repubblica, violando ripetutamente la Costituzione e il Diritto Internazionale, proteggendo i servizi segreti al suo servizio e ampliandone i poteri, coprendo le azioni squadristiche delle avanguardie neofasciste e delle frange poliziesche più agguerrite e ora è il turno degli ultimi della società, i poveracci e i carcerati.
Assomigliamo sempre più alla Spagna dei primi anni 70, quella del Generalissimo Francisco Franco, quella in cui una Guardia Civil mi mollò una sberla solo perché avevo i capelli lunghi.
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Mario Piazza