DI ALFREDO FACCHINI
Forniture in arrivo
Il governo Meloni ha oltrepassato l’ultima frontiera della complicità criminale: ha ammesso, per la prima volta, di aver venduto armi al governo israeliano mentre è in corso un genocidio a Gaza.
Armi vendute a chi bombarda scuole, ospedali, campi profughi. A chi ha sterminato intere famiglie. A chi ha ridotto la Striscia a una fossa comune a cielo aperto.
L’ammissione, ormai impossibile da negare, è arrivata per bocca del sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, durante un’audizione in Commissione Esteri. Rispondendo a un’interrogazione, che chiedeva se, alla luce delle dichiarazioni di Netanyahu — intenzionato a occupare completamente Gaza — il governo italiano intendesse smettere di inviare pezzi di morte a Tel Aviv, la risposta è stata: “le nuove licenze sono sospese, sì, ma le forniture sono partite lo stesso”. Anzi: “sono filate via lisce come missili, grazie alle vecchie autorizzazioni”.
212 spedizioni militari dirette a Israele. Valore: 4,3 milioni di euro. Tutto in ordine. Tutto timbrato.
La scappatoia perfetta
Insomma la burocrazia italiana può anche rifornire un genocidio, purché la pratica sia stata aperta prima. Si chiama “già approvato in precedenza”. Ed è la scappatoia perfetta.
E perché non fermare anche quelle? Bella domanda. Risposta: è stata fatta una valutazione “caso per caso”. Insomma, esportiamo armi, sì. Ma solo quelle che, secondo criteri ignoti, non dovrebbero essere usate per sterminare civili. Tradotto: ci fidiamo che chi rade al suolo ospedali e scuole userà le nostre armi con giudizio.
Ma in quale universo parallelo vivono?
Davvero credono che si possa lavare il sangue con un cavillo? Che basti una clausola, una destinazione d’uso, per pulirsi la coscienza? Le armi uccidono. E chi le vende a chi massacra, è parte del massacro. Tutto questo avviene in barba all’articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra. Ripudia, non “discute”. Non “valuta caso per caso”.
Questo governo — questo esecutivo d’infamia — meriterebbe di essere incriminato. Incriminato per complicità in crimini contro l’umanità.
La Storia civile ricorderà. E non basteranno i timbri a cancellare la vergogna.
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Alfredo Facchini