“Slinguo”, ergo esisto

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Ho sempre detestato la lingua più veloce del west e rifiutato di vedere i programmi da lui condotti.
.
.
Mi riferisco a quel Bruno Vespa che, da direttore del TG1, disse: “devo dare conto solo al mio azionista di riferimento”. Era la DC. E non ebbe nessuna vergogna a chiarire ciò che intendeva dire e chi fosse l’azionista di riferimento. Lavorava, continua a farlo, nel cosiddetto “servizio pubblico”. In qualsiasi altro posto del globo terracqueo (cit) lo avrebbero preso a pedate nel didietro e mandato a raddrizzare banane a casa sua, senza passare dal via. Ma, ahinoi, siamo in Italia, così che il sontuoso slinguazzatore di professione, continua a slinguazzare i suoi amici politici.
E viene pagato con i soldi di pantalone.
Dove pantalone, guarda caso, siamo noi.
E pure io che, invece di pagare lui, pagherei uno disposto a schiacciargli nei dalla mattina alla sera, tenendolo lontano dalla televisione. Ma, purtroppo, “Slinguo” Vespa continua a imperversare e frastagliare i cabasisi a chi non la pensa come lui. Non è bastato neppure il “contratto con gli italiani” di nano-porno memoria, a indurre alla decenza e metterlo alla porta, sicché adesso si dedica a slinguazzare il culetto profumato di un’altra (eufemismo) di bassa statura e altre (basse) cose.
Ho trovato su internet la, chiamiamola così, intervista a Giuseppe Conte e mi sono imposto di vedere la registrazione. Ho assistito alla ennesima pagina di rivoltante servilismo politico di un giornalista pagato con soldi pubblici. Uno spettacolo grottesco. Una cosa che avrebbe fatto invidia a un giornalista servo del regime della Corea del nord. Le domande sono scomparse per lasciare il campo a un penoso e rivoltante contraddittorio: quello fra un leader politico e un rappresentante dell’attuale governo. Uno che si definisce “giornalista” ma che rappresenta una parte politica. Una cosa terrificante.
E così le critiche di Conte sulla sanità e sulle liste d’attesa, venivano ridimensionate da ridicole giustificazioni. Sembrava quasi che il giornalista fosse Conte e l’intervistato fosse Vespa in qualità di ministro di questo governo. Il fondo toccato, poi, dalla incredibile comunicazione di un dato falso, fake, farlocco: “Meloni ha diminuito la spesa per le armi”. In quel momento sono andato a vomitare.
Per quanto tempo ancora saremo costretti a pagare lo stipendio di questo… meglio non dire?
.
Giancarlo Selmi