La storia è questa…

DI SALVATORE GRANATA

 

La storia è questa.
Accade che il 28 maggio alcune centinaia di giovani manifestanti per la Palestina hanno occupato i binari dal primo al sesto della Stazione Centrale di Bologna. Sventolavano bandiere palestinesi e gridavano “Fino alla fine” e “Palestina libera”.
Ovviamente ci sono stati dei ritardi sulle linee ferroviarie regolari che hanno causato dei disagi per molti pendolari.
Poi arriva lui, l’attuale ministro delle infrastrutture che pontifica tra un divano, una sagra e una pensata straordinariamente assurda come quella dell’inutile ponte sullo stretto, e riesce a partorire un tweet del genere su X, con tanto di video pacifico dei manifestanti:
“Questi imbecilli, a Bologna, hanno danneggiato migliaia di viaggiatori bloccando decine di treni con pendolari, studenti e lavoratori.
Non siamo più disposti a tollerare questi atti criminali: ci saranno conseguenze”.
Bene. Anzi male.
Dei giovani hanno creato disagi?
Sì assolutamente. Lo hanno fatto pacificamente e per una buona causa?
Sì assolutamente. Tra l’altro tra di loro c’erano pendolari, studenti e lavoratori.
Tutti compresi nella categoria dei giovani, che a uno che sta da 35 anni in politica, con la panza sempre piena, poco interessano.
C’ero anch’io tra i disagiati, ma ero felice di essere a disagio.
Spesso, il disagio momentaneo, non solo passa in fretta, ma serve a svegliare un popolo di “anestetizzati”, ad attirare l’attenzione dei mass media. E purtoppo anche quella di certi ministri miracolati che hanno paralizzato il futuro di quei giovani che manifestavano (e non solo).
Le cose però a mio avviso più gravi, dove dovrebbe intervenire la prima carica neutrale dello Stato, cioè il Presidente della Repubblica, sono:
in primis, che il ministro delle infrastrutture non può minacciare e insultare dall’alto di ‘sto bip dei giovani che manifestano per la strage, lo sterminio che lo Stato di Netanyahu, con la complicità anche del nostro, sta compiendo ai danni del popolo palestinese;
in secundis, qualcuno, visto che qualcuno su un colle romano dorme, dica a Salvini, che gli atti criminali sono quelli di bloccare le navi a largo con disperati e affamati inoffensivi a bordo, e infatti certi soggetti finiscono a processo, oppure quello di fracassare, bruciare, bombardare 15mila bambini innocenti, solo perché non cristiani e perché sono poveri a differenza dei loro carnefici.
Atti criminali sono anche quelli di avere lui tra le più alte cariche del nostro Paese, e a cascata il 90% dei politicanti di simil fattura.
È veramente un “crimine” culturale non poter avere in Italia, gente onesta e perbene.
Ma tant’è. Il Paese di Leonardo e Michelangelo, di Raffaello, Giotto, Quasimodo, Dante, etc, finché avrà Calderoli, Borghi, Bocchino, Storace, tra tv e istituzioni, sarà arduo poter un giorno risorgere.
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Salvatore Granata