Il “Paese dei Campanelli”

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Nel “Paese dei campanelli” i ladri entrano indisturbati in casa dell’antifurto nazionale, quel Salvini che promette di vigilare su “auto e case degli italiani”. E già questa sarebbe una notizia da prima pagina.
Ma ce n’è un’altra che farà, tragicamente, il giro dei talk show.
La banda del pseudo giornalismo italiano, capeggiata da quelli del corriere e di repubblica, ingolosita da tanta occasione per sminuire il tanto odiato Giuseppe Conte, esce con un’anticipazione delle memorie del fu (politicamente) Gentiloni. Uno dei politici più inutili, quando non dannosi, che abbia partorito la politica italiana.
Secondo costui il Recovery Fund fu deciso da un algoritmo pensato e messo in atto da due oscuri funzionari.
Basterebbe, per sputtanarlo, la decisa smentita di Borrell che ha sottolineato il deciso e determinante contributo di Conte, senza la cui iniziativa il Recovery Fund non sarebbe neppure partito, e ha ricordato quanto la trattativa fu estenuante. Risulta evidente che il sig. Gentiloni cerca di cancellare, mosso da un’insana avversione contro Conte, la storia. Cancella, in un colpo solo, i pugni sulla scrivania di Conte, il “faremo da soli”, l’alleanza con Sanchez e con Macron, l’avversione dei “frugali”, le interminabili riunioni, le nottate. Dovrebbe invece ricordare il “patto di stabilità”, un’arma puntata all’Italia e agli italiani, del quale è primo autore e accettato dalla meloni senza un “ma”.
D’altra parte l’appeal di cui gode Conte nella opinione pubblica e gli indici di gradimento nei suoi confronti, continuano a essere altissimi in tutti i sondaggi, nonostante i tentativi di derisione e nonostante gli attacchi, anche personali, che il mainstreem gli dedica quotidianamente. Tutto ciò spiega il disagio di Gentiloni e quelli come lui, ma dimostra, ancora una volta, che il nemico numero uno per tutti, per la politica politicante, per i corrotti, per i massoni, per gli amici degli amici, per i comitati di affari, per i politici al soldo della grande finanza e delle grandi corporazioni, per la destra e per una buona parte del PD, è e rimane Conte.
Tutto il resto è fuffa.
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Giancarlo Selmi