“PRONTO SOCCORSO AL COLLASSO, UCP E IL SILENZIO DELLA ASL”

DI FERDINANDO TRIPODI

 

La presenza sul territorio di nuovi UCP con i Medici di medicina generale e altri professionisti sanitari, dovrebbe rispondere all’esigenza di sviluppo della Medicina di prossimità e d’iniziativa, in quanto le equipe multiprofessionali possono intercettare anche i bisogni non espressi della popolazione, filtrare i problemi prima dell’invio a strutture sanitarie ospedaliere con la logica dell’intensità di cura, migliorando così la qualità delle cure offerte.

Eppure, nonostante nell’anno 2016 la Asl e il Comune di Latina avviarono una campagna informativa per informare i cittadini sulle UCP, Unità di Cure Primarie, oggi sono sconosciuti ai più.

Questo costa molto ai cittadini che spesso si trovano costretti ad affollare il pronto soccorso del Santa Maria Goretti, anche per problematiche lievi.

Come se non bastasse, è notizia di qualche ora fa, che in uno dei tanti ambulatori adibito dal 2018 ad UCP con ben 4 medici all’Interno, si siano presentati delle violazioni in quanto presente sempre nello stesso appartamento un Caf, cosa assolutamente vietata almeno stando al regolamento previsto sul sito della ASL Regionale.

Ci si chiede pertanto se la ASL di Latina fosse a conoscenza di ciò?
Soprattutto, perché sempre come si legge nei regolamenti, i Medici presenti all’interno percepiscono soldi pubblici mensilmente.

A pagare per il momento resta sempre ai cittadini, costretti a dover subire un doppio danno, economico e sicuramente morale.

 

Ferdinando Tripodi