MIELI COME VESPA…

DI SALVATORE GRANATA

 

Minchi* Mieli più invecchia più somiglia a Vespa. E non solo fisicamente.
Ma anche nel nobile atto di dipanare la lingua verso il potente di turno.
Ad esempio dal 2020 è membro del Comitato Esecutivo di Aspen Institute Italia, dove Giulio Tvemonti è il presidente. Una sorta di’organizzazione di “intellettuali” (Mieli e Tvemonti? E Bossi no? E Razzi?) a livello mondiale che fa convegni, conferenze, espone programmi politici, seminari e iniziative di sviluppo della leadership (non chiedetemi che cacchio significa, ma intuisco che se la grattano a manetta) con sede in? America. E con fondi provenienti anche da? Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita.
Ma comunque. L’altra sera a Otto e Mezzo, lo storico dei 4 Mondi ha dichiarato:
“L’antisionismo è il rifiuto del diritto di Israele a esistere. Essere antisionisti significa voler buttare a mare Israele”.
Un secondo dopo tale sparata, la Sicilia si è avvicinata alla Calabria di 4 metri, le Alpi hanno fatto a testate con gli Appennini, Kim Jong Un si è chiuso in un convento e 1344 librerie di storia sono saltate in aria.
Per fortuna che in collegamento c’era uno storico vero, Tomaso Montanari. Non un giornalista filoatlantista, tra i professori occasionali di alcune lezioni della celebre Scuola di Formazione della Lega – per i meno informati hanno pure una scuola, lo so, fa già ridere così – improvvisato e autolegittimatosi storico poiché ha condotto qualche programma con ospiti storici e tematiche storiche.
Il prof. ha replicato semplicemente così:
“È una sciocchezza storica”.
E poi continuo io, rivolgendomi a Mieli e sintetizzando le ragioni di Montanari.
Caro Paolino, far coincidere antisionismo e antisemitismo è una solenne e consapevole porc*ta frammista a una mezza bestemmia accademico-intellettuale che aumenterà l’antisemitismo nel mondo, che è esattamente ciò che i sionisti vogliono, perché è l’unico ombrello ideologico che hanno per giustificare la loro politica coloniale di sterminio.
E non si parla solo di politica coloniale nei confronti della Palestina (quest’ultima per i sionisti è un “laboratorio di sperimentazione”), ma anche di altri regimi a cui Israele pare abbia “prestato” le sue eccellenti tecnologie militari.
Uno su tutti, il regime di bin Salman.
O’ curcati Mieli.