IA-IA-O

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Quindi le cose stanno così.
C’è il ministro della Cultura che non legge i libri che premia e confonde New York con Londra, c’è quello della Pubblica Istruzione che litiga con l’italiano e canna congiuntivi senza pietà, c’è quello delle Infrastrutture che per sentirselo più lungo vuol fare lo stesso ponte che prima riteneva inutile e dispendioso, c’è la Grande Teatrante che doveva far finire la pacchia in Europa e invece in quella pacchia ci sguazza pure lei, che con quell’altra formano un duo così caruccio che starebbero bene a mo’ di puttini sopra il comodino.
Poi c’è chi spara a sua insaputa, e non le ca*zate come tutti ma proiettili veri, chi parla di vino come se ne avesse bevuto già un secchio, e c’è financo Sgarbi la cui presenza basterebbe da sola a mandare a casa tutto il governo.
C’è di tutto, come nella vecchia fattoria: ia-ia-o.
Intanto siamo dentro una guerra che ci ha devastato l’economia ma nella quale continuiamo a fingere di non essere coinvolti, schiavi del nostro servilismo atavico nei confronti di chiunque, si inventano posti di lavoro buoni solo per alimentare statistiche finte tanto poi verranno pagati di me*da e torneranno subito precari, la forbice sociale ha raggiunto aperture ben oltre l’angolo giro, le tasse continuano a pagarle i lavoratori dipendenti per tutti, che hanno esperienza e sanno come si fa, la Scuola fa schifo e la Sanità è diventata la soluzione più efficace per ridurre le spese dell’Inps, visto che essendo di fatto un servizio a pagamento che in troppi non si possono permettere, i più vecchi e i più fragili moriranno come mosche, con evidenti benefici per il bilancio dello stato che potrà così permettere agli evasori di rimanere tali, pagare clientele e super stipendi, garantire condoni ai soliti furbetti e finanziare privilegi vari, naturalmente ai politici ma anche agli amici e agli amici degli amici.
Se pensate che il mio sia deprecabile cinismo sappiate che quella che io evoco come tragedia sanitaria inumana per molti è davvero la soluzione, visto che ormai odiarci è la cosa che ci riesce meglio.
Come se a toglierci diritti e speranze fossero quelli che stanno peggio di noi e che la forza di sperare non ce l’hanno nemmeno più, o come se fossa colpa dei vecchi o dei giovani, degli omosessuali o degli etero, di uomini o donne, residenti o immigrati, bianchi o neri, e tutte le altre categorie buone solo per classificarci e dividerci mentre loro fanno il caz*o che vogliono.
Che questo sia un governo di incompetenti incapaci e fascistelli anziché no mi pare sia stato chiaro da subito, tranne a quelli troppo occupati a leccare cu*li per distogliere lo sguardo, guardarli in faccia e rendersene conto.
Quello che invece non era del tutto chiaro, ma per me lo era anche questo, è la natura umana di certa gente, la loro etica, la loro morale.
Pareva impossibile che potessero raggiungere certi abissi di squallore.
In fondo parole come onore, dignità e vergogna dovrebbero essere nel patrimonio umano di tutti, al di là dell’appartenenza politica. Anzi, a destra ci hanno sfrangiato i cog*ioni da sempre con l’esaltazione di certi “valori”. Perfino io, che non ho nessun rispetto politico per certa feccia, credevo quegli uomini e quelle donne, anche quelli da me più lontani, capaci di più rispetto verso sé stessi e gli altri.
Credevo che al di sotto di una soglia minima di sensibilità non potessero scendere.
E invece no. Arrivano negli anfratti di miseria più inesplorati.
Io ne conosco, belle persone di destra. Esistono, eccome: ho le prove.
Ma in troppi fra quelli che detengono uno spicciolo di qualche potere si rivelano vuoti, squallidi, disonesti intellettualmente e anche umanamente, arroccati a quel potere come le mosche alla me*da, o come le cozze allo scoglio che come immagine mi pare anche più adatta.
Piccoli marchesi del Grillo presuntuosi e arroganti senza uno straccio di qualità.
E dall’altra parte, all’opposizione?
Non starò a elencare le caz*ate fatte da Schlein e Conte, ce ne sarebbero abbastanza per riempire un quotidiano da qui a quando schianterò. E non ho tutto questo tempo.
Mi limito a notare quello che appare evidente e piuttosto oggettivo.
Schlein ha fallito in tutto quello che poteva, non si è liberata delle tossine che infestano il suo partito, non ha cambiato passo innestando finalmente quella marcia “di sinistra” che molti elettori si aspettavano da lei. Non l’ha fatto nemmeno in un tema fondamentale e irrinunciabile come quello della pace e dell’invio di armi, ignorando una delle cose più belle dette da Berlinguer, “se vuoi la pace prepara la pace”, evidentemente accodandosi a quelli che invece sostengono il contrario, che cioè la guerra sia un sacrificio inevitabile.
So bene quanto fosse difficile cambiare le cose in quel partito dopo le devastazioni degli anni precedenti, e forse sono anche troppo esigente, ma ho l’impressione che non ci abbia nemmeno provato. Non ha carisma, non trasmette passione, non evoca appartenenza. Il suo linguaggio è nebuloso, pieno di parentesi fumosamente aperte per confondere le idee e poi riempite con niente.
E la cosa allucinante è che in quel partito non c’è di meglio.
Conte è anche lui piuttosto evanescente, vago, abile nel rifugiarsi in angolo. Un grande avvocato insomma, ma più democristiano che di sinistra. Una cosa che ci può anche stare, ho già detto di essere troppo esigente e ormai di sinistra temo di esserci rimasto solo io, se però fossero di sinistra le cose che fa, le decisioni che prende, e in effetti qualcosa di buono si è visto ed era lecito sperare.
Purtroppo non ha nemmeno una classe dirigente all’altezza, sacrificata sull’altare della regola assurda del terzo mandato.
Tolta l’Appendino e poco altro, non resta granché per quello che ci sarebbe da fare.
Se a questo quadretto edificante ci mettiamo il marcio che sta putrescendo dal pd, e non è nemmeno una novità, e l’avversione di fondo che i due soggetti hanno ognuno nei confronti dell’altro, per motivi che si possono ben intuire, se ne evince che le destre governeranno per i prossimi tremila anni, con agio e in agile scioltezza.
Ma forse a loro importa anche poco, in fondo il campionato della politica gli va bene anche così. Come nel calcio, ognuno nella sua squadretta da metà classifica, catenaccio e contropiede, senza proporre mai tattiche e strategie diverse, e soprattutto senza nessuno che poi la butti dentro.
Ma forse i due sono avanti rispetto alle mie logiche terra terra e sanno che battibeccandosi come due bambini all’asilo alla fine vinceranno entrambi, ognuno prendendo la maggioranza assoluta dei voti, e inaugurando così una nuova era, dove matematica, percentuali e financo il buon senso diventeranno concetti astratti, eterei, indefiniti.
E stretti in questa morsa opprimente fra maggioranza e opposizione, in un mondo alla deriva di qualsiasi valore, dove è diventato frustrante essere onesti in mezzo ai ladri e faticoso essere leali se poi ad andare avanti sono sempre i più furbi, dove il merito puoi cacciartelo serenamente su per il culo e dove è perfino difficile essere seri accerchiati come siamo dai buffoni, senza più una voce che qualcuno sia disposto ad ascoltare, ci siamo noi: un po’ vittime e un po’ complici.
Di sicuro colpevoli.
E, come le rane bollite della filastrocca, ormai troppo storditi per saltare fuori dalla pentola e salvarci la vita.
Buona fortuna.
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Orso Grigio