SALVINI, IL MINISTRO DEI CONDONI, DI NUOVO ALL’OPERA

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

“Caro” Ministro, appena salvato dalla sfiducia ci dice di star già lavorando a una “pace edilizia”.
Glielo voglio dire chiaro: sono quasi più stufo di sentir parlare di “pace” in riferimenti a questi schiaffi morali alla gente onesta che quasi dei condoni stessi.
Sono stufo perché quando io, che la guerra allo Stato non l’ho mai fatta, mi ritrovo con un pezzo dello Stato che ha l’esigenza di arrivare a un certo numero di multe settimanali che mi manda un verbale a casa dicendomi di avermi visto guidare al telefono (ma guarda caso non potevano fermarmi), quello Stato manco mi risponde quando gli testimonio che quel giorno ero in un’altra parte della città e per altro avendo il bluetooth sarebbe comunque impossibile. No, mi fa dannare per anni prima di farmi risolvere la cosa.
Però quando invece Mario aumenta di 25 mq la casa, evade 100mila euro e usa i soldi che pago io per mandare a scuola figli e curarsi, allora lo Stato vuole farci subito la pace. Vuole stringergli la mano, andarsi a fare una bevuta assieme e tornare amici come prima. Pacca sulla spalla e via.
Non mi sta più bene, signor Ministro.
Lo Stato non è questo.