POVERTA’ ASSOLUTA DA RECORD: SENZA RdC E CON L’INFLAZIONE ALLE STELLE FAMIGLIE ITALIANE IN GINOCCHIO

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Stefano Rizzuti dalla redazione del girnale LA NOTIZIA –

L’Istat certifica il nuovo record di famiglie in povertà assoluta, proprio nell’anno dell’addio al Reddito di cittadinanza e del caro-prezzi.

Povertà assoluta da record: senza Reddito di cittadinanza e con l’inflazione alle stelle le famiglie italiane in ginocchio

Un nuovo record tutt’altro che invidiabile. È quello delle famiglie in povertà assoluta, che nel 2023 sono aumentate toccando livelli mai visti prima. A testimoniarlo è l’Istat, fornendo i dati sulle famiglie in povertà assoluta, pari all’8,5% del totale delle famiglie residenti. L’istituto di statistica parla di una quota stabile, ma evidenzia come nel 2022 la percentuale fosse dell’8,3%. Oggi le persone in povertà assoluta sono 5,7 milioni, ovvero il 9,8% di individui (rispetto al 9,7% del 2022).

Insomma, non ci sono dubbi: nel 2023 le persone in povertà assoluta sono aumentate. E, nonostante la crescita del Pil e il più alto tasso di occupazione, il dato non stupisce visto che arriva proprio nell’anno in cui il governo ha prima ridimensionato e poi cancellato il Reddito di cittadinanza. Ma anche nell’anno dell’inflazione record, senza reali interventi di contrasto da parte del governo.

LE PERSONE IN POVERTÀ ASSOLUTA IN ITALIA 

Le stime preliminari dell’Istat evidenziano che i minori che appartengono a famiglie in povertà assoluta sono 1,3 milioni, un numero ritenuto sostanzialmente stabile rispetto al 2022. Ma l’incidenza di povertà assoluta individuale si attesta per i minori al 14%, ovvero il valore più alto della serie storica. 

In povertà assoluta si trovano oltre 2 milioni e 234mila famiglie, per un totale di circa 5 milioni e 752mila individui. Il valore più alto d’incidenza si registra nel Mezzogiorno (10,3%), seguito dal Nord (8%) e Centro (6,8%). Anche per l’incidenza individuale i dati non cambiano: le percentuali più in crescita però sono quelle del Nord, che passa dall’8,5% al 9%. 

STOP AL REDDITO DI CITTADINANZA E I POVERI AUMENTANO A LIVELLI RECORD

I dati Istat evidenziano un record per quanto riguarda la povertà assoluta. Sono “dati drammatici e vergognosi, non degni di un Paese civile”, per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. La povertà assoluta “non resta affatto stabile, ma peggiora, raggiungendo un record storico, sia rispetto alla percentuale delle famiglie in povertà assoluta, l’8,5% che supera il precedente primato del 2022 quando era 8,3%, sia rispetto agli individui, 9,8%, una percentuale maggiore rispetto al passato record, sempre del 2022, pari al 9,7%”, sottolinea.

Secondo Dona il dato “dipende in primo luogo dal caro bollette e dall’inflazione che hanno fatto decollare i prezzi di beni necessari ed essenziali, dalla pasta all’olio, dal riso al latte, rincari contro i quali il Governo Meloni non solo non ha fatto nulla, inventandosi solo la sceneggiata del trimestre anti-inflazione, ma ha peggiorato le cose, togliendo gli sconti su luce, gas e carburanti sia alle famiglie che alle imprese. Anche la riforma degli interventi a favore dei poveri, come il Reddito di cittadinanza, non si può dire abbia certo facilitato un miglioramento della condizione dei poveri, almeno in questa fase di transizione”, conclude.

Punti sottolineati anche da Valentina Barzotti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Lavoro alla Camera: “I numeri testimoniano il totale fallimento delle politiche di questo Governo. Altro che la buffonata del “carrello tricolore” e simili stupidaggini: fra l’aumento dell’inflazione, i rincari dei costi energetici e, soprattutto, la cancellazione del Reddito di cittadinanza Meloni & Co. stanno riducendo gli italiani in braghe di tela. Il tempo della propaganda è finito e ora i cittadini ne pagano le amare conseguenze. Si fermino prima che sia troppo tardi”.

Per Annamaria Furlan, senatrice del Pd e componente della commissione Lavoro, siamo di fronte a un “quadro drammatico”, con numeri “che lasciano pensare a scenari drammatici per tutto il 2024”. Per Furlan, “le scelte del governo, tra tutte la cancellazione di uno strumento di reddito minimo universale, avranno un impatto drammatico sulle famiglie”. Il “problema deve essere affrontato con misure strutturali, esattamente il contrario di ciò che ha fatto il Governo Meloni nell’ultimo anno. Continuano a nascondere i numeri dell’assegno d’inclusione per celare il fallimento delle loro scelte”, conclude la senatrice dem.

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Dalla redazione del giornale
Direttore Gaetano Pedullà
26 Marzo 2024