RISULTATI ELETTORALI RUSSI: IL DELIRIO MACHISTA OCCIDENTALE

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

A quanto pare il risultato elettorale russo non piace perché demolisce la narrazione secondo cui i Russi sono stufi di Putin. Ma dato che è così il risultato non può che essere falso come ogni cosa che non piaccia a Washington e Londra, le pure di cuore da cui prendere esempio.

Le autorità autoproclamate delle democrazie occidentali, attualmente fucine di disuguaglianze come mai prima, ma dopotutto chi se ne frega, sostengono che il risultato bulgaro si debba al fatto che Putin abbia puntato la pistola sulla testa dei cittadini russi costringendoli a esprimersi a suo favore.

Non esiste alcuna prova che le cose siano andate così, eppure è così di default. Oltre questo chiedere che un asserzione tanto importante si regga su fatti provati e inconfutabili vale la stella di putiniani. Secondo Giorgia Meloni, sovranista che improvvisamente dubita della sovranità del popolo Russo- poiché questa è riconosciuta da Washington altrimenti non vale, è giusto che il popolo si esprima sul futuro della Crimea con un referendum.

Peccato che i crimeani si fossero già espressi ma anche in questo caso si tratta di farsa nonostante nel web siano facilmente reperibili decine di clip che testimoniano quanto i crimeani fossero stati felici di riunirsi a Mosca e non mostrassero alcuna simpatia per Kiev. Com’è vero che negli stati baltici preferiscono l’occidente, bisognerebbe accettare l’idea che non si può forzare nessuno ad amarci anche se siamo i più belli di tutti perché naturalmente l’abbiamo deciso noi.

La recalcitranza occidentale ad accettare che non si piaccia a chiunque, sembra quella del potenziale femminicida che accusa la moglie di essere lei la risoluta “maschicida”. Coi russi in generale siamo stati il maschio alfa che vuol fare come gli pare alle porte della ex con cui l’equilibrio e il futuro dei “figli” si reggeva su rapporti di reciproca tolleranza.

Davanti al machismo occidentale la “ femminella” s’è mostrata tutt’altro che accondiscendente e ha mostrato di non avere alcuno scrupolo. L’occidente ha reagito come il maschio scioccato, sgretolato ha dovuto ricomporre i pezzi e privo di modelli alternativi ha alzato la cresta a mille. Improvvisamente Mosca ha applicato il machismo sugli ucraini di cui tra le varie cose non ci frega nulla. Altrimenti avremmo trovato una soluzione diplomatica come in qualsiasi divorzio ove il giudice pensa alla tutela dei minori. E dato che consideriamo gli ucraini ” minori, se non addirittura minorati, la strada maestra era la diplomazia. E ciò che piaccia o meno ai poracci della guerra mondiale da salotto. Ma nemmeno per idea!

Dunque non potevamo fare altro che descrivere Mosca come una puttana cattiva non potendo sopprimerla come vorremmo. Trovo la cosa di un evidenza affascinante. Sicuramente l’invasione è una cosa molto cattiva, sicuramente un referendum in Crimea e Repubbliche nell’est ucraino sarebbe cosa buona e giusta ma senza dimenticare che regolari elezioni sarebbero corrette anche in Ucraina. Invece nel silenzio dei “maschilisti occidentali”, Zelensky, sotto ordine esterno, schiva competizioni elettorali con la legge marziale ed esilia i suoi competitors più pericolosi derubricati a funzioni più che secondarie. E molto cattivo anche impedire ai cittadini ucraini di esprimersi, ma dato che il consenso di Zelensky è a picco, un cambio in corso d’opera senza aver avuto il tempo di identificare un successore fantoccio demolirebbe ogni ambizione bellicista.

Allo stesso modo Trump negli Usa sarebbe devastante dato che al netto di difetti clamorosi, come pochi altri presidenti americani ha evitato di aprire conflitti militari sia diretti che indiretti. E questa è storia mica broccoletti in padella. Io, lo dico orgogliosamente, non sono Putiniano ma molto femminista e sia sa il femminismo non piace. E quando i governi esprimono delirio machista, non possono aspettarsi che una potenza nucleare si prostri in lacrime ma assumersi le conseguenze che derivano dallo scontro militare tra maschilisti obsolescenti e “femministe acerrime”.

Gioacchino Musumeci