ABBRUZZESI ANDATE A VOTARE E RIPRENDETEVI LA VOSTRA REGIONE

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Il primo ad accorgersi del problema fu, con il consueto colorito linguaggio, Bossi. “Non abbiamo culi per le poltrone!”, tuonò all’indomani del sucesso elettorale che portò la Lega nella stanza dei bottoni. Il problema, al netto del proverbiale vittimismo della presidento, rimane per quasi tutto il versante destra-destra della politica italiana. Tranne pochissime eccezioni. Anzi rarità. Certamente la presidento non ha dato una mano a risolverlo, o attenuarlo, vista la composizione veramente di basso livello del governo che presiede. E vista la evidente propensione al familismo, o familiarismo che dir si voglia, che l’ha portata a poggiare sulle poltrone i culi di tutta la famiglia, cugini di secondo grado compresi.
Il presidente della regione Abruzzo, Marsilio non sfugge al teorema. Non è parente in senso stretto, ma è amico da molto tempo e, probabilmente, frequentatore degli stessi mercati rionali abitualmente frequentati dalla presidento. Non sono certamente le cognizioni geografiche in possesso del nostro, a dettarne le capacità, ma dire che l’Abruzzo è l’unica regione italiana bagnata “da due, anzi tre mari” e farlo in un consesso pubblico, farsi registrare e, all’affermazione, legare una strategia di investimenti, la dice tutta sulla preparazione del tipo. Qualcuno obietterà, e lo farà sicuro, che conoscere la geografia non è un problema in politica. Ho qualche dubbio, resto convinto che l’ignoranza non sia una dote. In politica soprattutto, ma in nessun altro campo.
Ma nel caso di un’elezione regionale, la provata dimostrazione di una mancata conoscenza del territorio che si vuole amministrare, è un problema terrificante. Così come dovrebbe essere un problema il risiedere in un’altra parte d’Italia, che fa supporre la mancata liaison, o legame culturale con quel territorio. E ancora, il fatto di non averci vissuto, pone dubbi sulla reale conoscenza delle tematiche proprie del territorio stesso. Tutto questo pone problemi, non ultimo l’usura di un auto blu costretta, insieme al suo autista, a macinare centinaia di migliaia di chilometri in viaggi, quasi giornalieri fra la regione al voto e Roma. Non è il solo caso di presidente nato e vissuto in altre parti, vedasi Toti in Liguria, è un ulteriore caso di arroganza di questa destra e della presidento che, nella scelta dei candidati a tutto pensa meno che al benessere degli elettori.
Si tratta di occupare caselle e poltrone, a prescindere dalle capacità dei culi che su quelle poltrone dovranno poggiarsi. A prescindere dalle reali necessità delle persone che si invitano a votare, a prescindere, infine, dalle reali necessità dei territori che si vogliono amministrare. Non prescindendo, invece, da comitati di affari che si vogliono alimentare. Basta riflettere sulla storia del parco del Borsacchio. Mille ettari che Marsilio pretende cancellare per consegnarli alla cementificazione e ai palazzinari di Roseto che, dopo la decisione della regione presa nottetempo, si fregavano le mani. Gli Abruzzesi meritano di meglio. Merita molto di più che Marsilio, quella splendida regione. L’Abruzzo merita che i soldi, giunti a frotte nei giorni prima delle elezioni, siano amministrati da mani capaci che possano creare sviluppo e occupazione. Non mangiatoie e bottiglie di champagne stappate da parte dei soliti, noti, amici, prenditori.
Abruzzesi andate a votare. Riprendetevi la vostra regione.