NEL NOSTRO PAESE DECOLLA LA SPESA MILITARE E LA SANITA’ AFFONDA

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Mentre la tipa Von der qualcosa, compara le armi ai vaccini e auspica l’approvazione di un nuovo recovery plan per armarci, macron declama la necessità dell’invio di truppe in Ucraina. Mentre la spesa militare in Italia decolla, spinta non solo da Crosetto e da questo governicchio di parenti, ma anche dal precedente e da quel Guerini che occupa un seggio in parlamento fra le fila del PD, e la “presidento” dopo aver svenduto la rete Telecom a un fondo finanziario, si prepara a salvare Gavio e i suoi soci stranieri (fondi finanziari) con gli utili delle autostrade, noi italiani facciamo i conti con la spesa sempre più cara e di meno qualità. Ma interessa a nessuno.
Ancora meno interessano quegli italiani che sono costretti a curarsi o, come nel mio caso, che hanno bimbi disabili.
La sanità italiana, fiore all’occhiello di questo paese fino agli anni ’80, ha imboccato la strada che volevano imboccasse: quella che porta alla (praticamente) inesistenza. Mio figlio ha un codice esenzione per malattia rara. Ho provato a portarlo in farmacia, mi hanno risposto che la certificazione è fatta di una carta troppo dura per pulirsi il sedere. Quindi, dato che il bimbo è stato colpito da vomiti persistenti, ho dovuto comprare il farmaco per la nausea, gli stick per vedere se ci fosse acetone, i sali di reidratazione e, dato che l’acetone c’era, il farmaco dedicato. Spesa: Euro 62,80.
Inoltre, visto che il bimbo ha una forma di anemia, gli è stato prescritto un tipo di ferro che, guarda caso, non è prescrivibile (abbiamo provato gli altri e non sono efficaci) e che costa Euro 17,00 per ogni boccetta che contiene 15 ml di farmaco. Giulio deve assumerne 50 gocce al giorno (25 + 25) e il flacone dura più di tre giorni meno di quattro, con una spesa mensile di circa 150 Euro.
Nella foto sotto potrete vedere che la spesa farmaceutica di oggi nella mia famiglia, per il solo Giulio, ammonta a Euro 96,80. Oggi ho avuto la possibilità di spenderli, cosa accadrà quando non l’avrò? E cosa è accaduto oggi a quei padri che quella disponibilità non l’hanno avuta? E poi, quanti di questi soldi finiscono nelle tasche dei corrotti che hanno poteri nella sanità? Quanti nella politica? E quanti dei soldi che spendiamo in armi finiscono nelle stesse direzioni? O meglio, tasche?
Per quanto tempo ancora dovremo lamentare la ics di qualche decerebrato o l’astensione di qualcun altro appartenente alla stessa categoria?
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