QUESTIONE MORALE: I DUE PESI E DUE MISURE DI GIORGIA MELONI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Questione morale? Giorgia Meloni non la intravede se si tratta della sua classe dirigente.
Le vergogne della ministra Santanché, i falli del sottosegretario alla giustizia Del Mastro, i debiti col fisco di Sgarbi non sono argomenti degni d’attenzione né qualcuno di loro deve fare passi indietro. E anzi Meloni e il suo Ministro della difesa Crosetto, amplificati dall’eco incessante dall’apparato mediatico di regime, non hanno potuto far meglio che evocare complotti dei magistrati rossi.
Ma quando si tratta di avversari Giorgia & boys si agitano per molto meno delle melonate surreali offerte dai giullari assisi nel suo scomposto carro allegorico.
Basti ricordare che nel 2020 FDI presentò un esposto alla magistratura di Roma in cui millantava che gli uomini della scorta di Giuseppe Conte fossero stati messi al servizio della sua compagna rincorsa dalle       “iene” di canale 5 in cerca di succulenti scoop . L’allora presidente del Consiglio fu iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di peculato ma il fascicolo fu archiviato poiché il fatto non esisteva, era un invenzione.
Il primo dato da segnalare è che Conte fu indagato per una trovata di Fratelli d’Italia, non perché, tanto per dirne una, insolvente verso fornitori e dipendenti delle proprie imprese. Altrettanto Giuseppe Conte non deve rispondere di debiti milionari verso il fisco… Né ha rivelato contenuti di fascicoli secretati. A nulla inoltre sono serviti i tentativi di infangare l’ex premier da meteore del firmamento destrorso che attraverso giornali ributtanti e bugiardi prevedevano condanne per epidemia colposa. Peccato che anche in questo caso, con grande dispiacere di detrattori di Conte, il fatto non sussistesse.
In definitiva Conte fu indagato per le iniziative improvvide dei pataccari italiani & friends, e ciò dovrebbe suggerire, contro le teorie del complotto, che i magistrati operano se qualcuno denuncia un illecito e non perché amano inventare reati. Giuseppe Conte non ha mai presentato a magistrati esposti contro i suoi avversari ma ha sempre dovuto difendere il proprio onore dal profluvio di bugie propagandate dai suoi detrattori. Invece nella corte di Fratelli d’Italia, un po’ come in quella di Renzi che invoca commissioni parlamentari per dossier inventati, si usa presentare esposti alla magistratura tanto per fare cagnara. In compenso ci si rifugia nel complottismo davanti a reati ben documentati e reali come quelli a carico degli amici di Giorgia Meloni, capaci perfino di invocare l’immunità parlamentare per schivare le responsabilità a cui un cittadino onorevole non dovrebbe sottrarsi.
Gli Italiani, elettori di dx compresi e ce ne sono tanti piuttosto perplessi, hanno chiesto un governo non qualcosa che non gli somiglia neppure lontanamente.