IN SERBIA LE PROTESTE PER IL “VOTO RUBATO”: VUCIC EREDE DI MILOSEVIC?

DI ENNIO REMONDINO

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

La cronaca politica in Serbia è da sempre materia delicata. Nel millennio scorso chi difendeva quel po’ di Jugoslavia che forse sarebbe stata ancora utile, diventava subito ‘Milosceviano’ (non c’era ancora il ‘Putiniano’ di oggi). Certo, Slobodan Milosevic le sue prevaricazioni elettorali se le gestiva dosando furbizia e forza sottotraccia meglio di oggi. Ma le opposizioni in piazza, che allora stavano per vincere, furono cancellate dalle bombe Nato 1999. La ‘Guerra umanitaria’ inventata da Clinton per imporre al mondo il Kosovo albanese a rompere quella Serbia ostinatamente slava e ortodossa, e sempre troppo amica di Mosca.

Cronache preoccupate

«Proseguono le manifestazioni che chiedono alla Corte costituzionale l’annullamento delle elezioni del 17 dicembre per brogli. Rischio violenze, temono in molti: ‘Il governo in passato ha già usato hooligans infiltrati per screditare i manifestanti’» scriveva allarmata Elena Kaniadakis sul Manifesto. Anche questa è storia antica: il difficile distinguo tra ‘protesta ruspante o di allevamento’, come si diceva 25 anni fa a Belgrado. A capire chi eventualmente ‘aiutasse’ quella rabbia popolare, e per arrivare a cosa. Memoria, prima di Optor, quando le studentesse di Beograd sotto la neve e di fronte ad armadi maschili in tenuta anti sommossa, sbaragliarono lo schieramento nemico con una fulminea alzata di maglioni a mostrare splendidi seni nudi muovendosi al ritmo ossessivo ‘Kalashnikov, kalashnikov’ di Bregovic. Una protesta splendidamente armata di ironica umanità.

Dalle memorie all’attualità

Manifestanti che protestano ormai da settimane e chiedono l’annullamento delle elezioni nazionali e amministrative dello scorso 17 dicembre denunciando i brogli (registrati sia dagli osservatori nazionali che da quelli europei) che avrebbero favorito il trionfo del partito di Aleksandar Vucic, attuale presidente della Repubblica e protagonista indiscusso della politica serba degli ultimi dieci anni.

“Borba”, lotta serba

Domani, Epifania cattolico gregoriana e vigilia di Natale ortodosso giuliano, si continua, dicono. Proteste che appaiono al momento ancora abbastanza disordinate. Anche questa è una tradizione di divisione serba (e italiana) antica. Con la preoccupazione dei politicamente più avvertiti, di occasioni di violenze più o meno spontanee. Per ora Vucic non ha mostrato ‘di essere sensibile alle proteste’, ma questo fa parte dei ruoli in commedia. Con un ritorno, questo molto milosceviano, di accusa ‘a trame di agenti stranieri’ non meglio identificati.

Mosca e Usa alla finestra dei Balcani

Per Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, gli attivisti scesi nelle strade in questi giorni sono «mobilitati, finanziati e controllati dall’estero». Mentre per ‘Politica’, ex testata di analisi ideologica dello scomparso comunismo jugoslavo e oggi convertita al nazionalismo di governo, «i centri di potere occidentali non gradiscono in mancato riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo, e nessun cambiamento nella politica verso i Paesi amici, come la Russia». Una parte di verità, brogli a parte. Mentre l’ambasciatore degli Stati uniti a Belgrado Christopher Hill, contesta le accuse di Mosca ma ne conferma i sospetti affermando che «La comunità internazionale è pronta a dare una mano». Che in Serbia suona come una minaccia.

Rilievi ISPI ed esibizioni di forza

Prepotenza stupidamente esibita in alcune circostanze. I serbi bosniaci della Srpska Republika che sfacciatamente votano anche per il comune di Belgrado. Nenad Nešić, ministro della Sicurezza della Bosnia Erzegovina, ha votato a Belgrado, vantandosene sui social. Ma la stupidità va sempre a braccetto con l’arroganza.
Anche gli osservatori internazionali hanno denunciato «gravi irregolarità, tra cui la compravendita di voti e la pratica di inserire le schede precompilate nell’urna». Stefan Schennach, capo della delegazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che ha monitorato le elezioni, ha dichiarato esplicitamente che le elezioni non sono state eque e che Vučić ha dominato la campagna elettorale.

«Il presidente è una figura neutra che dovrebbe rappresentare il paese e tutti i cittadini. Eppure, l’attuale presidente ha dominato il processo elettorale, comportandosi come se fosso candidato alle elezioni, dal livello locale a quello centrale».

L’opposizione caricaturale del terrapiattista utile

Forse peggio dei brogli del potere, la caricatura di opposizione nelle mani di Branimir Nestorović, utile al potere in carica. Provando a riderci sopra, il pneumologo di Belgrado, Nestorović, che nel pieno della pandemia Covid, ha definito il coronavirus «il virus più ridicolo della storia dell’umanità». Complottista inarrestabile, denuncia aerei che controllano le nostre onde cerebrali e che spariscono dietro le porte del tempo per poi ritornare dopo diciassette anni, e sostiene che le persone con gli occhi verdi e azzurri discendono dagli alieni. Ed è arrivato ad affermare che la Terra «in realtà è un disco piatto, solo leggermente inclinato».

“Ma il problema vero non sono le farneticazioni di quel folle, ma il fatto che il suo partito personale abbia superato la soglia di sbarramento non solo alle elezioni parlamentari, ma anche a quelle amministrative a Belgrado, diventando ago della bilancia. Espressione di una rabbia nel disincanto. Come un tempo era lo scrivere sulla scheda, una qualche parolaccia”.

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Articolo di Ennio Remondino, dalla redazione di

5 Gennaio 2024