“IL FORNAIO DI TAMBOV”, LA RUSSIA E LE ARMI FATTE DALL’ARTIGIANATO SOTTO CASA

DI PIETRO ORTECA

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Il Financial Times racconta e di un grande panificio russo che è stato riciclato. ‘Il fornaio di Tambov’, la Russia e le armi fatte dall’artigiano sotto casa. Un grande panificio che vende i suoi prodotti da forno. Mentre produce piccoli droni da combattimento, capaci di portare 3,5 chili di alto esplosivo, fino a 5 chilometri di distanza. E il complesso militare-industriale russo si apre all’artigianato

La panetteria dei droni a Tambov

A Tambov, nella Russia centrale, gli osservatori occidentali si sono accorti che un grande panificio è stato riciclato. Lavora, insomma, in appalto per l’esercito russo e diventa ‘modello’ propagandato e sempre più diffuso nel Paese. Da un lato, continua a vendere, regolarmente, il suo pane. Ma, nuova produzione di recente acquisizione, confeziona anche piccoli e micidiali droni da combattimento di cui abbiamo detto sopra. Nazionalismo assieme al più prosaico interesse economico. E, stando al settimanale britannico, sarebbero sempre più numerose le piccole aziende russe, anche micro-imprese, coinvolte nel titanico sforzo bellico putiniano.

Esagerazioni contro

“La ‘panetteria armiera’ come simbolo della spinta del Cremlino a coinvolgere l’industria civile nella produzione per il fronte mentre la guerra domina sempre più l’economia russa. Mentre, esagerazione opposta, i fornai di Tambov sono stati inseriti nella lista nera degli Stati Uniti a dicembre”.

Il complesso militare-industriale aperto all’artigianato

Oltre il paradosso del panificio dei droni, l’idea russa è di allargare il grande complesso militare-industriale aprendo a tutti quelli che lo desiderano e hanno tecnica e inventiva per farlo. «Le risorse tecnologiche arrivano dalla Cina o col contrabbando internazionale, il resto (assemblaggio veloce e attento) lo mettiamo noi». Alla base della realizzazione dei droni ‘fai-da-te’, per esempio, c’è il massiccio utilizzo di stampanti 3D importate dalla Cina. Costano relativamente poco e rendono molto, specie se poi i prodotti bellici finiti godono di speciali provvidenze statali. Secondo l’esperto americano Allen Maggard (del think tank C4ADS), «si tratta di una prospettiva irresistibile per le aziende».

I conti in tasca fatti da Londra

Può sembrare strano, ma pare che questo modello produttivo ibrido funzioni. Facendo quattro conti, il Financial Times ha visto che i poco sofisticati (ma molto fastidiosi) droni della panetteria industriale, costano tra 270 e 500 dollari. Ma fanno un sacco di danni militari, soprattutto quando sono lanciati a ondate (si chiamano attacchi di saturazione) sulle trincee nemiche. A tal punto, che gli Stati Uniti hanno pensato bene di imporre sanzioni mirate… ‘sui fornai di Tambov’. Ironia un po’ tragica, ma così accade in questa guerra paradosso, feroce e senza fine.

Artigianato armiero diffuso

Rivelazioni del mondo russo che in questo caso non fanno dispiacere e chi potrebbe impedirle. Scopriamo così che, «A Naberezhnye Cheiny, sul fiume Kama – scrive FT – si fabbricano mazze da hockey su ghiaccio e giubbotti antiproiettile. A Chelyabinsk, negli Urali, accanto alle tende per la casa, si producono sacchi a pelo per i soldati. A Voronezh, nel Sud, un’industria di macchine agricole, ora vende strumenti per lo sminamento e binocoli militari». Ovviamente, in questa fase è la produzione di droni a fare la differenza. Anche perché questi piccoli velivoli, che costano poche centinaia di dollari, possono impegnare costosissimi apparati missilistici antiaerei ‘Made in Usa’. E certo, non c’è proporzione tra l’utilizzo di un missile americano, che costa milioni di dollari, e l’eventuale abbattimento di droni costruiti in economia.

Mobilitazione interessata a diffusa

Putin, insomma, ha trovato un espediente ingegnoso. Le stampanti cinesi in 3D arrivano smontate, e sono difficili da intercettare per i ‘sanzionatori’. Lo stesso per i piccoli componenti dei droni, così semplici e poco costosi che, in pratica, possono giungere in Russia da qualsiasi parte del mondo, senza che nessuno se ne accorga. Bisogna anche tenere conto che l’allargamento del complesso militare-industriale russo ai piccoli imprenditori privati, di fatto, consente al Cremlino di redistribuire più estesamente gli stanziamenti per finanziare la guerra. Una forma efficace anche per creare consenso.

Riconversione armiera

Il Ministero per il Commercio di Mosca ha reso noto che, solo nel 2023, almeno 500 aziende si sono riconvertite, dalla produzione di beni di consumo a quella di materiali per usi bellici. Nel frattempo, il fornaio di Tambov, che fabbrica anche droni-kamikaze, è stato intervistato dalla Tv nazionale russa.

“Tra propaganda e giornalismo a tentazione tabloid, il Financial Times informa che ‘il fornaio di Tambov’ (titolo da libro o da film), «Stava riempiendo un pacco-dono biscotti da spedire alla Casa Bianca”. Per ringraziare Biden, di avere sanzionato anche la sua panetteria, ‘rendendola famosa’». Purtroppo i droni Bekasz, quando arrivano sull’Ucraina non portano il buon profumo di pane”.

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Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

6 Gennaio 2024