DOMINIQUE DE VILLEPIN: “A GAZA IL DANNO COLLATERALE E’ PREVEDIBILE E PIENAMENTE ACCETTATO”

DA REDAZIONE

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Dalla redazione di KULTURJAM –

Intervista di Dominique de Villepin, ex primo ministro francese, sulla drammatica crisi israelo-palestinese. Arnaud Bertrand ne ha tradotto ampi estratti.

Dominique de Villepin: “Israele si sta mettendo in pericolo ancora di più oggi, con questo tipo di guerra e questi tipi di attacchi.”

“Il governo israeliano, Benjamin Netanyahu, ha fallito il 7 ottobre e ha fallito doppiamente. In primo luogo, nella sua capacità di garantire la protezione del popolo israeliano permettendo che avvengano massacri che sono un abominio. Egli ha la responsabilità diretta di ciò che è accaduto. E in secondo luogo, il fallimento sta incoraggiando una politica di occupazione e colonizzazione, che continua in questo momento in Cisgiordania e costituisce un’altra minaccia per Israele se dovesse aprirsi un secondo fronte in Cisgiordania.

La forza non garantisce la sicurezza di un popolo! Questo è ciò che tutti gli israeliani devono capire oggi. E ciò che è importante è che dal 7 ottobre la scelta del governo israeliano è stata quella di intensificare l’uso della forza. Lo sai, né la forza né la vendetta garantiscono la pace e la sicurezza. Ciò che garantisce la pace e la sicurezza è la giustizia! E oggi la giustizia non viene fatta.

La motivazione del governo israeliano per gli attentati di oggi è errata e l’intera comunità internazionale se ne rende conto. Il principio è: “prendiamo di mira i terroristi e purtroppo ci sono anche le popolazioni civili”, ciò che nel linguaggio militare viene eufemisticamente chiamato “danno collaterale”. Deve essere chiaro che questo danno collaterale non è casuale. Vale a dire che è perfettamente prevedibile e pienamente accettato.

Conduttore: “Ma ancora una volta, la responsabilità non è solo israeliana.”

Ma ancora una volta smettiamo di interrogarci sulla responsabilità; diamo un’occhiata alla realtà di ciò che sta accadendo sul campo! L’attribuzione delle colpe, permettetemi di dirvelo, la lasciamo agli storici. Ciò che vogliamo è fermare questa violenza, fermare questi massacri. Israele si sta mettendo in pericolo ancora di più oggi, con questo tipo di guerra e questi tipi di attacchi.

Si tratta essenzialmente di una politica di vendetta da parte del governo Netanyahu. Israele ha il diritto all’autodifesa, ma l’autodifesa non dà il diritto indiscriminato di uccidere le popolazioni civili. Quando prendi di mira un’ambulanza, puoi sempre immaginare che ci fosse un terrorista in una delle ambulanze, oppure no. Ma il risultato è che ci sono bambini, donne che muoiono. Ogni bambino, ogni donna uccisa, sono terroristi in più. Pertanto, l’obiettivo di Israele, ciò che Israele ottiene, è esattamente l’opposto di ciò che desidera.

Quindi oggi è essenziale cambiare questa logica e ritornare a una strategia solida.
Ostaggi, bisogna fare di tutto per ottenere il loro rilascio. Ma non dimentichiamolo: anche il popolo palestinese è preso in ostaggio da Hamas e da Israele. E Hamas, lo sappiamo tutti, si preoccupa poco del popolo palestinese. Quindi dire ad Hamas: “non toglieremo l’assedio, non avremo una tregua umanitaria finché gli ostaggi non saranno rilasciati”, è un dialogo da sordi.

Benjamin Netanyahu sta conducendo una guerra per fare di tutto affinché la soluzione politica non arrivi al tavolo. Ed è qui che la comunità internazionale, l’Europa, gli Stati Uniti devono dire a Benjamin Netanyahu che questa guerra non è accettabile. Non è accettabile perché ci porta direttamente [all’escalation] – perché lo vediamo bene, da Hamas ci sposteremo all’Iran, dall’Iran ci sposteremo su altri obiettivi, e allora entreremo nella logica dello scontro di civiltà . Quando Benjamin Netanyahu dice che da una parte c’è il popolo della luce e dall’altro il popolo delle tenebre, possiamo vedere in che tipo di spirale stiamo entrando.

Tutte le guerre che sono andate avanti negli ultimi vent’anni sono guerre che iniziano e non finiscono. Questi sono conflitti congelati. Sappiamo come iniziare una guerra; non sappiamo come finirlo. E Benjamin Netanyahu potesse controllare Gaza, non cambierebbe nulla. Continueranno ad esserci attacchi terroristici, gli israeliani continueranno a vivere nella paura. Dobbiamo uscire da questa situazione. La seconda ragione per cui questa è la guerra di ieri è che la guerra contro il terrorismo non è mai stata vinta da nessuna parte.

La forza non è la risposta, ancora una volta. La vendetta non è la risposta. La risposta è la giustizia, ed è ciò che chiedono giustizia tutti i popoli del mondo, tutti coloro che oggi guardano ciò che accade.

Oggi la direzione che dobbiamo seguire è quella di impedire a Benjamin Netanyahu di continuare la sua logica suicida che farà di Israele uno Stato assediato. Possono assediare Gaza, ma saranno assediati. E non pensiate che domani avremo di nuovo un discorso pacifico con l’Arabia Saudita, con gli Stati arabi che normalizzeranno la situazione: no! Le ferite della storia si stanno risvegliando.

L’interesse di Israele è avere uno Stato responsabile al suo fianco. E questo Stato responsabile, smettiamola di spaccare il capello in due, deve chiaramente essere la Cisgiordania, tutta la Cisgiordania. Deve essere Gaza, con accesso tra i due territori, e Gerusalemme Est.

Il problema, e questo è il punto centrale dell’escalation di Benjamin Netanyahu, è che Benjamin Netanyahu non lo vuole. E la politica di separazione deve essere dignitosa. Deve cioè conferire ai palestinesi uno Stato in cui possano vivere, uno Stato vitale, un vero Stato, che possa costruirsi da solo e che sarà ancora più in pace…

Conduttore: “Ciò significa che gli insediamenti in Cisgiordania devono essere rimossi?”

Ebbene, quando abbiamo lasciato l’Algeria, c’erano un milione di francesi che hanno lasciato l’Algeria. Oggi ci sono 500.000 israeliani che colonizzano la Cisgiordania e ce ne sono 200.000 a Gerusalemme Est.

Conduttore: “Devono lasciare la Cisgiordania?”

“Si. Sì, questa è storia, questa è responsabilità, questo è il prezzo! Ve lo dico solennemente: è il prezzo della sicurezza per Israele! E tutti coloro che oggi pensano che non sarà mai abbastanza, perseguono la politica peggiore.”

 

Articolo della redazione di

8 Novembre 2023

 

Ringraziamo Roberto Buffagni per la segnalazione e @caissesdegreve che ha preso questi estratti dall’intervista originale che può essere trovata qui.