QUESTA VOLTA TOCCA AL MAINE

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Gira ancora a piede libero Robert Card, lo scocomerato del Maine che ha apposto la firma alla ennesima strage di innocenti. Con un fucile mitragliatore ha aperto il fuoco in un bowling di Lewiston uccidendo almeno 22 persone e ferendone 60. Un particolare inquietante: Robert Card è un istruttore di armi.

Di questo passo, una strage come questa non farà più notizia. Guerre a parte, il 36% delle stragi di civili commesse nel mondo avviene proprio negli USA, dove vive il 4% della popolazione mondiale.

Del resto, perché meravigliarsi, dal momento che in quei 50 Stati federati circolano complessivamente 402 milioni di armi da fuoco, a fronte di una popolazione di 328 milioni, bambini compresi. È il più alto possesso di armi da fuoco pro capite al mondo: 123 ogni 100 abitanti. Segue lo Yemen, a distanza siderale, con 50,8 armi ogni 100 abitanti.

E i dati recenti non preannunciano nulla di buono. Negli ultimi due anni i cittadini americani che hanno acquistato per la prima volta (si badi bene: per la prima volta) un’arma da fuoco, sono otto milioni. Un numero mai riscontrato prima. Non sono, quindi, i proverbiali appassionati, ossia quel buon 30% che mira all’arsenale, e che possiede più di cinque modelli.

Anche perché sono proprio quelle stragi ad alimentare il senso di insicurezza degli americani. Non appena uno scocomerato gioca al tiro a segno in un luogo pubblico, a Wall Street il valore delle azioni dei produttori di armi schizza verso l’alto.

Mentre gongola la National Rifle Association, la più potente organizzazione privata americana, nonché meretrice della lobby di armi. Con il suo budget annuale di 300 milioni di dollari, oltre a organizzare coast to coast convegni e corsi sull’uso e la sicurezza delle armi da fuoco, fornendo assistenza legale a coloro che aprono contenziosi con lo Stato di residenza, foraggia deputati e senatori perché nei loro programmi tessano le lodi del Secondo Emendamento.

Già, il Secondo Emendamento. Perché parte tutto da lì: «Essendo necessaria, per la sicurezza di uno Stato libero, una Milizia ben organizzata, non sarà violato il diritto del popolo di tenere e portare armi», scrissero.

Correva l’anno 1786 quando fu concepito il Secondo Emendamento. La «Milizia» aveva cacciato gli Inglesi e proclamato l’Indipendenza. Non vorremmo che a qualcuno venisse la malsana idea di invaderci, pensarono. Il Secondo Emendamento fu scritto proprio per questo.

Ma dopo un quarto di millennio, dire che quella norma possa armare ogni cittadino americano allo scopo di scongiurare un’invasione del territorio USA, apparirebbe, per evidenti motivi, una giustificazione a dir poco ridicola. Infatti, la Corte Suprema ha nel tempo interpretato il Secondo Emendamento non nel senso di riferirlo al diritto, collettivo, di una Milizia di organizzarsi e armarsi per tutelare l’integrità territoriale degli USA. Ma, con una evidente forzatura, per garantire a ciascun americano il diritto, individuale, di possedere e portare armi a tutela della propria incolumità.

E così, la Corte Suprema è intervenuta per dichiarare incostituzionale ogni legge statale che limitava quel diritto. Proprio un anno fa ha cancellato una legge dello Stato di New York che subordinava la concessione del porto d’armi alla dimostrazione di «necessità speciali». Lapidaria la motivazione dei Supremi Giudici: «non è noto alcun diritto costituzionale esercitabile da un individuo solo dopo aver dimostrato alle autorità governative di avere necessità speciali». Una pietra tombale.

Benvenuti nell’America dalle mille contraddizioni, dove se la polizia ti ferma con un fucile sul sedile posteriore dell’auto, ti lascia andare; con una bottiglia di whisky, ti arresta.

Mentre il mondo è pieno di scocomerati. Ma con la non trascurabile differenza che se, ad esempio, uno scocomerato italiano decide di sfogarsi in pubblico, al massimo rompe una vetrina con una spranga, o demolisce gli specchietti retrovisori delle auto parcheggiate. Lo scocomerato targato USA fa una strage, proprio perché può procurarsi un’arma da fuoco con la stessa facilità con cui lo scocomerato italiano si procura una spranga.