VE LO IMMAGINATE IL MONDO CON IL RITORNO DI TRUMP ALLA PRESIDENZA USA?

DA REDAZIONE

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Dalla redazione di REMOCONTRO Ugo Tramballi

«Trump presidente: la speranza dei satrapi, l’incubo degli alleati», titola da paura il Sole24ore, mentre Ugo Tramballi, nella solita forma composta ma senza sconti di sostanza ci descrive un incubo possibile del futuro non troppo lontano, come se l’attualità non bastasse.

Sondaggi del “tacchino”

  «Un sondaggio a 13 mesi dalle presidenziali vale quanto la vita di un tacchino sotto la festività di Thanksgiving, diceva uno degli strateghi democratici delle campagne di Barack Obama. Troppo veloci e mutevoli sono le dinamiche delle corse presidenziali americane per prevederne con largo anticipo il risultato finale».

Povera America, poveri noi

Ma è bastato il sondaggio congiunto del network Abc e del Washington Post, l’ultimo in ordine di tempo, per far salire l’incertezza fra gli alleati degli Stati Uniti. Se si votasse oggi Donald Trump vincerebbe 51 a 42%. A dispetto dell’autorevolezza delle due testate giornalistiche, il sondaggio è stato ampiamente criticato per la sua scarsa scientificità: l’obiettivo sembrava più una ricerca del sensazionale che della realtà. Ma è bastato per intravvedere pericolosi fantasmi.

L’inquisito e il senescente

Se Trump è inseguito da 91 capi d’accusa, fra i peggiori reati per un candidato presidenziale; il giorno del voto Joe Biden avrà quasi 82 anni. Insieme all’economia, una delle cause del suo precipitare nell’ultimo  sondaggio è la sensazione di senilità che offre nelle sue apparizioni pubbliche.

Fine “secolo americano” ma ancora potenza dominante

Il XXI non sarà un altro ‘secolo americano’. Ma per forza militare ed economica, numero annuale di laureati, di brevetti approvati e di alleati nel mondo; per una demografia dalla crescita costante e moderata – diversa dai picchi cinesi verso il basso e indiani verso l’alto –  gli Stati Uniti resteranno la potenza dominante per tutto questo secolo.

Al due, presidenza premeditata

A meno che Donald Trump non torni alla Casa Bianca. Dal 2016 al 2020 la sua fu una presidenza disastrosa e improvvisata perché nessuno, nemmeno lui, pensava a una vittoria. «Non avevamo la gente perché nessuno pensava potessimo vincere», aveva ammesso Steve Bannon, la celebrità populista che nel 2016 aveva diretto la campagna di Trump. Questa volta invece si stanno preparando per tempo: nella scelta delle personalità da assumere nell’amministrazione federale, e di quelle da licenziare; negli impegni internazionali da interrompere e nelle minacce da riprendere.

MAGA-pensiero (Make America Great Again)

Nella precedente amministrazione Trump, Nato e Unione Europea erano come nemici da punire e Vladimir Putin come un amico da coltivare. Come l’Europa, Giappone e Corea del Sud avrebbero dovuto essere privati dell’ombrello nucleare americano. Se ne dovevano creare uno loro, avviando una generale e pericolosa corsa al riarmo atomico. Anche il muro alla frontiera e un eventuale scontro col Messico erano rimaste opere incompiute del MAGA-pensiero (Make America Great Again).

La nuova destra previdente

A Washington un antico think-tank della destra repubblicana come la Fondazione Heritage, e uno molto più recente, l’America First Policy Institute, sono già al lavoro per riprendere tutti quei temi con un approccio molto diverso da quello estemporaneo di sette anni fa. Compresa l’eliminazione di piani e investimenti per le rinnovabili, avviati dall’amministrazione Biden.

 Guerra in Ucraina risolta in 24 ore?

Nei suoi comizi per la conquista delle primarie repubblicane, Trump ripete spesso che quando tornerà alla Casa Bianca risolverà la guerra in Ucraina in 24 ore. «Negli Stati Uniti», nota la rivista Foreign Affairs, «la guerra in Ucraina è diventata il punto critico decisivo nello scontro su quanto gli americani dovrebbero impegnarsi – e spendere – nel sostenere partner e alleati all’estero». È altamente probabile che i piani di Putin non prevedano offerte di tregua fino alle presidenziali americane.

“A giugno Eurobarometro, la rete di sondaggi condotti dalla Commissione di Bruxelles, spiegava che il 64% dei cittadini della UE continua a sostenere l’Ucraina: con un massimo svedese del 93% ma un minimo in Bulgaria del 30. E non è l’unico paese dell’ex Patto di Varsavia a sperare nel ritorno di Donald Trump”.

 

Aericolo di Ugo Tramballi, dalla redazione di

1 Ottobre 2023

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UGO TRAMBALLI

Ugo Tramballi, inizia nel 1976 a ’Il Giornale’ di Montanelli, inviato esteri in Libano, Iran, Iraq e Afghanistan, dal 1987-1991 Corrispondente con sede a Mosca. Dal 1991 a Il Sole 24 Ore”, editorialista di temi internazionali. Attualmente titolare della rubrica ‘Slow News’ sul Sole 24, e Senior Advisor dall’ISPI, l’Istituto studi di politica internazionale.