DONNE DENUNCIATE SEMPRE

DI CLAUDIA SABA

 

Lui è Bruno Vespa.
Di professione giornalista.
Lei, la donna di spalle, è Lucia.
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Nove anni fa è stata aggredita dal suo ex.
Che non le ha mai perdonato di averlo lasciato e l’ha riempita di pugni e schiaffi lasciandola piena di tagli e lividi.
Condannato dal giudice a 8 anni e mezzo di carcere per tentato omicidio, la pena è stata poi ridotta per buona condotta.
L’uomo, in cella, commissiona l’omicidio della donna ad un sicario in cambio di 25 mila euro, un trattore e un’auto.
Nonostante la denuncia del sicario l’ex viene assolto.
Oggi quell’uomo è fuori dal cercare.
Da Lucia lo dividono soltanto 4 chilometri.
Lei è costretta a vivere sotto scorta.
Immaginate la vita di questa donna?
La paura, l’ansia che vive di giorno e di notte?
Bruno Vespa l’ha intervista a “Porta a Porta”.
E le parole del “giornalista” sono a dir poco poco imbarazzanti.
Lucia “è fortunata, perché è sopravvissuta” e “a differenza di tante altre donne, lei è protetta. Non corre rischi.”
Ma l’imbarazzo continua con
“Era così follemente innamorato di lei da non volerla dividere se non con la morte.”
Questo è il grado di preparazione di un giornalista che parla in una tv del servizio pubblico.
Di una freddezza che fa tremare i sensi.
Tra sorrisini maligni e tono da predatore.
Maschio e non uomo.
E sentenzia: “Signora, se avesse voluto ucciderla, lo avrebbe fatto”.
Ma che squallore.
Che brutte pagine si stanno scrivendo sulla pelle delle donne.
Narrazioni tossiche, lassismo, pietismo e nessuna compassione.
Ribelliamoci a chi dice di non denunciare.
“Rompiamo le regole”, andiamo controcorrente e chiediamo più forte giustizia senza stancarci mai.
Non abbandoniamoci alla tentazione di non denunciare “perché tanto non serve a niente” come vorrebbe qualcuno e come insinua il “giornalista”.
Anche questa è violenza e la violenza va sempre denunciata.