UN QUARTO DI BUE

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Mentre ieri in tutti i media si accavallavano i commenti sulla sospensione della spadaccina ucraina è accaduto ciò che sarebbe stato facile prevedere, la “ragion di stato” attraverso il Comitato Olimpico ha esautorato la Federazione Internazionale della Scherma e ha riammesso in pedana Olga Kharlan.
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Quanto può importare a un tranquillo pensionato italiano del destino sportivo di Olga? Meno di niente, al contrario dovrei rallegrarmi perché questo deprimente episodio lontano mille miglia dallo sport ha reso ancora più evidente come la ragione o il torto, il buono o il cattivo, il diritto o l’abuso, il legittimo o l’illegittimo, il vigliacco o l’eroe in questa orrenda guerra siano soltanto un’opinione da stadio del tutto avulsa dalla realtà storica o fattuale per nulla diversa (perdonatemi lo sconfinamento pecoreccio) dallo scroto, la pelle dei testicoli che come la metti sta.
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Se io fossi ucraino, filozelensky o filoputin non fa differenza, sarei il più incazzato di tutti.
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Sarei furibondo nel vedere il mio paese e la mia gente fatti a pezzi come un quarto di bue nelle mani di un macellaio, filetti e costate per soddisfare il palato di mostri famelici che delle bombe che mi cadono in testa non sentono neppure gli scoppi in lontananza.
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Buon fine settimana.