IL “MEGLIO” DI ANTONIO TAJANI

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

In questa Italia martoriata dai selfies gastronomici e non, dagli elenchi con le dita di Salvini, dalle minchiate sparate a raffica dai ministri della Meloni, dalle menzogne che accompagnano la nostra vita quotidianamente e diffuse dai giornali e telegiornali, diventa opportuno chiedersi se il didietro non sia ormai diventato una parte nobile del corpo, scalzando da quella posizione la faccia.
Delle ultime terrificanti sconcezze comunicative è autore quel talentuoso protagonista del nulla, che risponde al nome di Antonio Tajani. Quello degli scenografici doppiopetto e dall’aria di chi non c’entra nulla. Cose che espone nelle foto in cui è ritratto con i cip e ciop della destra.
In questi giorni sta dando il meglio di sé.
Dichiarazioni che entreranno nella storia della politica italiana e, perché no, mondiale.
È lui, l’immarcescibile Tajani (è freschissimo, ha vissuto in frigorifero) a declamare sul salario minimo: “la sua introduzione costituirebbe un danno per i lavoratori”. E come no. Affermazione subito superata, nella scala Richter delle minchiate, dalla successiva sulla lotta alla mafia che, ad opinione del nostro, avrebbe più risultati se si togliesse il reato di “concorso esterno”.
E vabbè.
Fu sempre il sig. Tajani che attribuì all’opera di Berlusconi il Recovery fund. Omettendo il piccolo particolare che il berlusca in quei tempi fosse asserragliato in Costa Azzurra per evitare il Covid. Ma, ormai si è capito, a Tajani i dettagli non interessano, non sono utili per la magnitudine delle minchiate che spara. E poi doveva pur compiacere l’ottuagenario, riposi in pace, padrone.
A Tajani si unisce, in tema di minchiate e con entusiasmo, lo psicodramma rappresentato dalla stampa di destra. Un insieme di guitti e terrorizzanti esseri, pronti ad attribuire, tutti i santi giorni, inesistenti successi alla melonina. Zaki lo ha liberato lei, titolano a nove colonne. D’altra parte non fu lei a sostenere insieme agli altri, che Ruby rubacuori fosse nipote di Mubarak? Quindi un legame con l’Egitto lo ha sempre avuto, o no?
Pare che a grazia concessa siano stati sbloccati fondi per 300 milioni a favore dell’Egitto ed ecco spiegato l’arcano, altro che statura internazionale o rispetto per la più famosa indossatrice di abiti brutti del globo terracqueo.
Minchiate per minchiate, manca solo che i Gesuiti dicano che l’invenzione della carbonara sia da attribuire a Sant’Ignazio di Loyola e poi le abbiamo sentite tutte.