IO NON MI FIDO

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

 

IO NON MI FIDO

Il caso Zaki, per esempio.
C’è euforia per la sua liberazione e di certo la condivido anch’io: è un incubo che finisce.
Ma non pare anche a voi che qualcosa non torni?
Non vi sembra una coincidenza sospetta che il giorno dopo la sua condanna, del tutto assurda ancora più che ingiusta, sia arrivata il colpo di teatro della grazia?
Non pensate anche voi che sia stato tutto un vergognoso teatrino pubblicitario messo su per mostrare da una parte i muscoli autoritari del regime egiziano uniti però alla misericordiosa magnanimità di al-Sisi e dall’altra la grandezza diplomatica e le doti da statista sopraffina della Meloni che potrà così vantarsi di questo successo nei secoli dei secoli?
Non vi è parsa una recita piuttosto squallida della quale Zaki è stato suo malgrado protagonista?
E sapete adesso quale sarà il prezzo di questa ridicola pantomima?
Che l’Egitto la sua prova di buona volontà l’ha data, perciò potranno riprendere tranquillamente tutti gli intrallazzi e gli scambi bellici con quel paese e soprattutto non dovremo più rompergli i coglioni su Giulio Regeni, una ferita che gronda sangue più che mai e che continuerà a sanguinare in eterno.
Qualcuno dirà che alla fine conta il risultato, e di certo per la libertà di questo ragazzo c’è solo da essere felici, ma resta un fondo d’amaro e francamente io non ci riesco a esprimere riconoscenza e gratitudine, come invece si è affrettato a fare Renzi, tanto per dirne uno.
Io non ho, come lui, alcuna simpatia per i regimi autoritari e non cerco, come lui, strapuntini di potere in un governo di destra vergognoso come questo.
E poi, da sempre, se Renzi sostiene una teoria, è vero il contrario.
Più che una regola, è una scienza.