PRONTO, PARLA LA RUSSA

DI PAOLO DI MIZIO

 

RUBRICA DI PAOLO DI MIZIO “LE LETTERE” DAL GIORNALE “LA NOTIZIA” DIRETTORE GAETANO PEDULLA’

Pronto, parla La Russa

La magistratura non può sequestrare il telefono del figlio di La Russa, Leonardo Apache, indagato per stupro, perché la sim è intestata al padre senatore. È l’arroganza del potere: a noi i sacrifici, a loro i benefici.
Emma Taurini
via email

Gentile lettrice, se si fosse trattato di mio figlio o suo figlio, il telefono lo avrebbero sequestrato in un minuto, ci può giurare. Ma guarda caso la sim del ragazzo è intestata al padre che è, per legge, intoccabile. Non è chiaro se il divieto di sequestro riguardi solo la sim o anche l’apparecchio telefonico in sé, che potrebbe contenere dati utili alle indagini. Ma scommetterei che, all’occorrenza, il Presidente del Senato potrebbe affermare che anche l’apparecchio è suo e quindi insequestrabile.

L’episodio farà scuola: d’ora in poi tutti i deputati e senatori intesteranno a sé stessi le sim dei figli, a scanso di guai per la prole. Non c’è modo di cambiare un reticolo di privilegi inscalfibili. Veda il ripristino dei mega vitalizi al Senato (e a proposito, giovedì scorso alla Camera hanno votato l’aumento dello stipendio dei capigruppo parlamentari, “a costo zero per gli italiani” dicono: 2.226 euro lordi in più al mese, pari a 1.269 netti, utili certamente per comprare il caviale ed evitare che ne facciano incetta i percettori di Reddito di cittadinanza).

Ma per tornare al telefono di La Russa Leonardo, pardon Ignazio, la cosa più divertente che ho letto è il commento di un lettore di Repubblica: “Il Presidente del Senato è un gentiluomo, non ha nulla da nascondere. Vedrete che consegnerà spontaneamente la sim”. Al che un altro lettore gli risponde: “Sì, la darà alla Santanchè”.

 

Articolo di Paolo Di Mizio, dalla rubrica Le Lettere da:

17 Luglio 2023

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