“DECISAMENTE LATINA?” MANCA IL CORAGGIO DELLA DIGNITÀ

DI CLAUDIA SABA

L’orologio della piazza scandisce le ore, i minuti, gli attimi. 

Funziona ancora… e questa è una bellissima notizia.
La fontana invece … piange.
La gente seduta ai bordi si chiede da tempo dove sia finita l’acqua mentre guarda la piazza semivuota e più morta che mai.
La piazza e’ nuda.
Così come la fontana, spogliata della sua dignità per farne pattumiera.
E mi assale una tristezza infinita mentre leggo il domani ancora uguale a ieri.
Un bambino che cammina tra i viali incolti, sorride.
Ignaro del nostro tempo bello che non tornera’.
Ignaro di quanto il suo futuro sarà nudo, molto più di quello che stiamo vivendo oggi in questa città morente.
Abbiamo creduto al “bello”promesso sei anni fa e ci siamo ritrovati nella bruttezza più assoluta.
Abbiamo creduto che cambiando libro si potesse cancellare ogni cosa!
Ma soltanto le persone di valore possono cambiare davvero le situazioni.
Persone ‘libere’ da ogni condizionamento che scelgono di non scendere a compromessi.
Persone che quando promettono mantengono la parola data.
Con coraggio.
Che rispettano certi valori sin dall’inizio.
Valori non pervenuti in questo nuovo inizio dell’amministrazione Celentano.
Un inizio che non c’è oggi e non ci sarà nemmeno domani con una sindaca che ha preferito distruggere la sua lista civica per tornare al partito di provenienza (Fratelli D’Italia) e tradire così tutti i cittadini che avevano creduto in lei.

C’è una fine che non ci aspettavamo di vedere.
C’è la delusione di aver capito che il concetto di “bello” non esiste più se non c’è un tornaconto personale.

Abbiamo pensato di cambiare in meglio e ci siamo ritrovati con i fantasmi di un passato che avremmo preferito dimenticare.
Con le stesse facce di sempre, camuffate a tratti da qualche volto giovane di ventenni ‘comodi’ per sporchi giochi di potere.
Aspetteremo anche questa volta di vedere la caduta.
Che arriverà prima o poi.
Quando ci saranno i ‘conti’ da contare che non torneranno uguali per tutti.
Aspetteremo che i processi di chi è stato messo su troni non dovuti ma pretesi, facciano il loro corso.
Accantoniamo ancora il “noi”, la comunità, la solidarietà.
Forse, chissà, dico forse, si stava meglio quando si stava peggio.

L’orologio continua a scandire il tempo.
Domani sarà un altro giorno.
E ci penseremo domani, dopo la
‘Notte Rosa’ a tutto quello che non va.