DI FERDINANDO TRIPODI
Ho accolto positivamente il ripensamento fatto riguardo a non concedere più come inizialmente promesso, il patrocinio al gay pride.
Questo perché reputo che alcuni temi trattati nella manifestazione, sono talmente delicati e alcuni inaccettabili che non possono trovare sicuramente un “ appoggio “ Istituzionale da parte del nostro Comune.
Detto ciò però , non posso nello stesso tempo fare alcune valutazioni nel merito e con riferimento all’atteggiamento che hai avuto, probabilmente sottovalutato anche dal Tuo staff che immagino serva soprattutto per supportare il Sindaco.
Perché diciamoci la verità Matilde, se concedi il patrocinio perché “sei il Sindaco di tutti”, non lo ritiri dopo qualche ora solo perché gli amici di partito ti richiamano all’ordine e tu, dopo “l’ubbidisco” a Tiziano Ferro, ubbidisci per la seconda volta a Fratelli d’Italia. Ti chiedo a proposito: cosa significa “Il Sindaco di tutti?”
Il Sindaco sei Tu, Cara Matilde e nessun altro.
Forse la cosa migliore sarebbe stato non precipitarsi con promesse azzardate e comunque visto che ormai “la frittata era fatta”, sarebbe stato il caso di valutare metodi e modi su come fare per rimediare piuttosto che lasciarsi andare al “signor sì” ubbidisco, abbiamo scherzato e chi si è visto si è visto…
Aprire un dibattito, dire chiaramente: “ok al patrocinio ma su certi temi prendiamo le distanze”, sarebbe stato forse un atteggiamento più serio e concreto, non credi Matilde?
Allora permettimi di richiamare un noto proverbiò: “La gatta frettolosa fa i gattini ciechi”, un proverbio appunto , che Tu, Cara Matilde dovresti appuntare sull’agenda Istituzionale soprattutto perché a quanto pare lo Staff che hai coscienziosamente scelto appare poco reattivo quando si tratta di doverti “aiutare” a gestire alcuni temi.
Concludo dicendoti che è la prima volta che un Sindaco per la quale mi sono battuto mi bloccasse, sui social e nelle chiamate.
ps: Cara Matilde hai visto che alla fine “la squadra” serviva?
Peccato averlo sottovalutato.
Con simpatia.
f.t.
